IL BENESSERE È UN OPTIONAL

Appunti a margine dell’incontro-discussione con Leo Terzano, Medico di Medicina Generale di Campobasso, sulla questione del Registro Tumori in Molise.

Spesso ci dimentichiamo di noi stessi.

Presi dal vortice della routine quotidiana dimentichiamo di fermarci un attimo e prenderci cura di noi. Questo accade perché viviamo in una società dove il benessere è tale solo quando lo compriamo a caro prezzo, come in palestra o dall’estetista. Manca sempre più spesso la concezione del benessere, inteso nel senso più vero della parola come star bene con il nostro corpo e quindi con gli altri, come ben-essere.

Viviamo solo con il cervello e con le dita, siamo tutti consumatori/consumati, alienati da noi stessi.
Proprio perché concepiamo il nostro corpo solo come arma di seduzione verso il prossimo, come oggetto d’uso, da far perfezionare a caro prezzo dagli esperti della “bellezza”, che non riusciamo ad accorgerci di quello che ci succede sotto il naso. Respiriamo aria sempre più tossica, mangiamo frutta e verdura coltivata accanto a discariche di rifiuti tossici, usiamo oggetti costruiti con materiali sempre più tecnologici e sempre più nocivi. I rifiuti sono entrati oramai nel nostro ciclo biologico, fin dentro il nostro patrimonio genetico, ma continuiamo ossessivamente a pensare solo al nostro aspetto esteriore, dimenticandoci di essere il nostro corpo.

Questo discorso riguarda tutti compresi noi molisani. Sbagliamo a pensare all’inquinamento solo quando si nominano le grandi città o le grandi realtà industriali, sbagliamo quando pensiamo che tutto ciò non possa riguardare anche la nostra realtà, che immaginiamo come un’immensa campagna prati e fiori. Nuove sostanze, mai veramente testate sulla salute, ogni giorno vengono immesse in commercio ed entrano a far parte dell’ambiente che ci circonda.

A tal proposito ci siamo già occupati della gravissima questione della mancanza del Registro Tumori nella nostra Regione, di cui da anni oramai si annuncia a gran voce la partenza imminente, salvo poi accorgersi dopo poco che le parole non sono state accompagnate da fatti.

Continuando su questo filone vi proponiamo di seguito l’intervista al coordinatore regionale dell’”ISDE – International Society of Doctors for the Environment” Leo Terzano, che, insieme a tutti i membri di questa associazione professionale, si sta impegnando affinché si riconquisti una cultura condivisa della salute pubblica, che necessariamente passa anche attraverso il monitoraggio e la prevenzione sul territorio non solo delle neoplasie ma di tutte quelle patologie cronico-degenerative riconducibili all’inquinamento ambientale.

Nella lunga chiacchierata il Dott. Terzano ci spiega molte cose riguardo il rapporto dialettico che inevitabilmente intercorre tra salute ed ambiente.

“Come altre associazioni Onlus l’ISDE si riconosce nel vasto mondo del volontariato operando con il duplice ruolo di associazione scientifica e, non in secondo piano, di advocacy in favore dei cittadini, dei comitati ed altre associazioni oppure come consulenza per i decisori politici su temi legati a scelte importanti per l’ambiente che hanno o avranno un impatto sulla salute di tutti.

In qualità di associazione scientifica l’ISDE promuove anche ricerche e studi finalizzati per comprendere infine il ruolo svolto dall’ambiente sulle patologie umane e animali. Ambiente inteso come presenza di sostanze nocive, generalmente molecole chimiche, metalli pesanti, particolato sospeso provenienti dall’azione dell’uomo che si è incrementata in maniera esponenziale negli ultimi 30, 40 anni.

Lavoro nell’ISDE in qualità di coordinatore regionale e presidente della sezione provinciale di Campobasso oltre che componente della giunta esecutiva nazionale.

Venendo strettamente al tema del registro tumori è d’obbligo fare una premessa: è molto complicato districarsi tra i dati statistici. Spesso infatti si finisce semplicemente con l’avere tanti numeri ma non riuscire, a partire da questi, nemmeno a fare sintesi di risultati, figuriamoci poi ad usarli per avviare politiche sanitarie. L’importante è inoltre non cercare di forzare la mano. Riceviamo a volte delle richieste di analisi basate su impressioni che alla fine si rivelano solo tali, senza che i dati dimostrino aumenti significativi di specifiche patologie in determinate aree geografiche. I numeri poi possono essere facilmente manipolati e proprio per questo vanno usati con cautela, e da persone che conoscano bene il loro lavoro.
Va ricordato però che il registro tumori è uno dei pochi mezzi che abbiamo per tenere sotto controllo alcune drammatiche situazioni. I Registri Tumori in Italia, sia quelli specifici come per i mesoteliomi che quelli più ampi “di popolazione”, sono stati utilissimi in questi anni per identificare gravi anomalie locali come ad esempio l’aumento di incidenza di neoplasie con spiccata correlazione da noxae ambientali.
Detto questo la domanda che sorge spontanea è perché in Molise ancora nulla si sia fatto di operativo per attivare realmente questo registro. Il problema, credo, è che nessuno riesce a rendersi pienamente conto dell’importanza di un tale mezzo che non è solo ovviamente di prevenzione ma è soprattutto uno strumento di “empowerment” per la popolazione, garantendo chiarezza e trasparenza. Una popolazione ben informata sui rischi che corre per il solo vivere in una zona piuttosto che in un’altra, e qui il caso di Taranto è emblematico, è una popolazione che poi richiede ai suoi decisori politici di attuare delle scelte ben precise e spesso questo è proprio quello che il politico vuole evitare.
Comprendere l’importanza di un Osservatorio Epidemiologico Regionale e il ruolo fondamentale che svolge nella programmazione e nella costruzione di una medicina moderna ed efficace, dove si hanno risposte e non liste di attesa, dove si hanno cure e non rinvii e dove si spende poco e bene senza sovrapposizioni e senza doppioni inutili, come si può ben capire deve essere pensato e soprattutto voluto prima ancora che disegnato.
Inoltre un Registro Tumori, anche se piccolo e specifico come quello per i mesoteliomi, richiede fondamentalmente tre cose per funzionare: in primis il tempo, ad un registro servono almeno tre anni per arrivare a funzionare a pieno regime e almeno sei anni per poter avere i primi dati di sintesi; la seconda cosa sono i soldi, perché si tratta di un ente che richiede molto impegno; terzo, ed è questa la nota dolente in Molise, deve essere di qualità, con persone serie e capaci che facciano bene il loro lavoro, senza subire influenze esterne di alcun tipo.
Per ora è mancata la volontà politica di portare avanti un discorso serio sulla prevenzione e sul monitoraggio delle malattie, mi auguro che chi ci governa prenda atto di questo e faccia dei seri atti di responsabilità in questo senso”.