“Accogliere” come?? Sulla proposta di un centro per richiedenti asilo a S. Giuliano

IMG_1554“Accogliere” i migranti sbarcati a Lampedusa nel villaggio di prefabbricati di San Giuliano di Puglia, oggi rimasto disabitato perché finalmente i terremotati sono tornati tutti nelle loro case – cosa che, è bene sottolinearlo, non è avvenuta in altri paesi del cratere. Sembrerebbe una buona idea, per “dare accoglienza ai poveri immigrati”, per recuperare strutture altrimenti inutilizzate, per ripopolare un piccolo paese e ridargli vita. E infatti alcuni  approvano incondizionatamente la proposta partorita dall’assessore regionale Petraroia.

Per fortuna, in questo clima di consenso quasi unanime e di intorpidimento della coscienza critica, si è levata anche qualche voce di dissenso. Italo di Sabato ha parlato del rischio che i migranti vengano impiegati nel lavoro nero nelle campagne circostanti, mentre Pax Christi si è detta contraria a questo tipo di “progetti faraonici di accoglienza, ad una forte concentrazione di persone, a una militarizzazione del luogo, a un trattarli come animali rinchiusi in un circo”.

Su questo blog abbiamo cercato fin dal 2011 di seguire la situazione dei richiedenti asilo fuggiti dalla Libia e di descrivere luci e ombre della gestione della cosiddetta “emergenza Nord Africa” nella nostra regione (ecco i nostri articoli sul tema). Anche noi abbiamo dubbi e riserve sulla proposta, e soprattutto riteniamo che se ne debbano precisare meglio alcuni aspetti, prima di approvarla incondizionatamente. Leggi tutto ““Accogliere” come?? Sulla proposta di un centro per richiedenti asilo a S. Giuliano”

La matematica e le opinioni. Alcune elementari nozioni di statistica ad uso dei negazionisti del femminicidio, più alcuni dati.

Sarebbe bello se nelle nostre scuole, invece di insegnare la matematica attraverso triti stereotipi di genere, come la mamma che va al mercato a comprare le uova o il piccolo Gigi che conta le sue macchinine, o attraverso problemi iper-astratti quali la la superficie laterale di tronco di piramide a base pentagonale, ci dessero gli strumenti per non farci abbindolare tutte le volte che un giornalista o un politico agitano “i numeri” come un feticcio per sostenere le tesi più aberranti.

In questo post vorrei parlare ancora dei “numeri” del femminicidio, questione di cui ci stiamo occupando in questi giorni, aggiungedo un’altra fonte, il Rapporto sulla criminalità pubblicato dal Ministero dell’interno con dati aggiornati fino al 2006, ma soprattutto facendo un piccolo esempio di come la nostra non casuale ignoranza in una materia apparentemente “neutra” come la matematica diventi una questione politica. Leggi tutto “La matematica e le opinioni. Alcune elementari nozioni di statistica ad uso dei negazionisti del femminicidio, più alcuni dati.”

Femminicidio. Storia di una parola e di una lotta

In Italia la parola femminicidio è stata scoperta solo di recente, ed è già posta sotto attacco. In molti rivendicano l’insensatezza di usare un nuovo termine per definire ciò che una definizione ce l’ha già: omicidio.
Proviamo a chiarire che
femminicidio non identifica tutti gli omicidi di donne: se un pazzo scende in strada con un mitra e spara sulla folla, le donne uccise non saranno state vittime di femminicidio; se il pazzo entra in una Casa Antiviolenza e spara, la situazione, evidentemente, cambia. Leggi tutto “Femminicidio. Storia di una parola e di una lotta”

Un muro da abbattere e la potenza di una storia collettiva

occupymordor-xm24-140413-webNegli ultimi mesi abbiamo parlato diverse volte, su questo blog, degli spazi sociali occupati e in pericolo di sgombero in giro per l’Italia, e di quanto sarebbe necessario avere anche in Molise uno spazio libero e autogestito, in cui fare cultura e socialità al di fuori delle logiche di mercato, in cui fare politica senza dover avere la tessera di qualche partito.

Abbiamo parlato anche – questo un annetto fa- di Blu e del suo murales antimilitarista al Terminal di Campobasso, che alcuni amministratori miopi e ignoranti avrebbero voluto cancellare per il suo significato sovversivo.

Non possiamo che raccontarvi, allora, la bella iniziativa di domenica scorsa a Bologna, quando davanti a diverse centinaia di spettatori – ma spettatori solo per quella sera, come si è precisato all’inizio!- Wu Ming ha raccontato e spiegato la recente opera di Blu sul muro di ingresso di XM24.

Qui potete esplorare il murales in tutti i suoi dettagli, qui potete leggere un articolo che lo descrive e qui  trovate alcuni materiali audio e video sulla serata. Leggi tutto “Un muro da abbattere e la potenza di una storia collettiva”

[Bologna] Bartleby, una storia infinita

storia_infinita

Due giorni fa DIGOS e Polizia di Stato, probabilmente col consenso dell’amministrazione dell’Ateneo bolognese, hanno chiuso e sequestrato l’Aula Roveri, un’aula della facoltà di lettere occupata di recente dal collettivo Bartleby, con l’obiettivo di proseguire le attività che si svolgevano nella vecchia sede di Via San Petronio Vecchio, sgomberata e murata lo scorso 23 gennaio (della vicenda di Bartleby e altri spazi bolognesi abbiamo già parlato qui).

Nell’esprimere la nostra piena e incondizionata solidarietà, unita all’augurio che a Bologna si occupino mille spazi, compresa la casa del Rettore, del Preside della Scuola di Lettere e di tutto il corpo docenti, condividiamo alcune riflessioni sparse discusse al nostro interno. Leggi tutto “[Bologna] Bartleby, una storia infinita”

Riprendiamoci il Molise, ripartiamo dagli spazi !

I nostri lettori più attenti avranno sicuramente notato che da qualche tempo a questa parte stiamo pubblicando articoli sulla questione degli spazi sociali autogestiti nelle varie città dove risiediamo noi tratturanti. Roma, Pisa e Bologna sono solo le prime tappe di un percorso che vorremmo fare insieme a voi attraversando gli spazi sociali autogestiti di gran parte della penisola.

Perché un blog di attivisti fuorisede decide di occuparsi questi spazi è presto detto. Siamo originari di una terra nella quale gli unici spazi di socialità erano i bar, dappertutto spadroneggiavano, nei paesi come nelle città con il loro mix da urlo: birra a buon mercato e il classico biliardino. Oggi nelle città i bar sono stati sostituiti dai più chic e carastosi pubs ma la sostanza è rimasta la stessa: una socialità normalizzata, in cui l’insofferenza e la rabbia vengono sedate dall’alcol, nella quale si ripropongono i soliti ruoli e che in ogni caso è accessibile solo a chi ha i soldi per comprarsela. Se hai i soldi ti “diverti” ma se non ne hai resti nell’angolino del tavolo per non far notare che ti manca “la consumazione” e, con essa, ti manca anche la possibilità di stare in tranquillità con i tuoi amici e le tue amiche. Oggi la presunta socialità si compra come fosse un’automobile.

Abbiamo un altro problema grosso, in Molise non ci sono spazi liberi per fare politica. Riunirsi, discutere, approfondire, vedere film, documentari oppure allestire una mostra sono attività diventate praticamente impossibili, a meno che non si sia in grado di cacciare una bella quantità di danaro per affittare spazi privati o spazi pubblici dati in gestione ai privati. La cosa non si nota, poiché sembra che gli unici che si debbano riunire per discutere siano gli incravattati di partito, i quali hanno già le loro sedi (pagate dai noi) ma il problema per tutt* coloro che vogliono fare politica al di fuori dei partiti esiste e potete immaginare che non sia di poco conto. Se già è difficile fare attività politica in Molise, per i soggetti non partitici di movimento a causa delle condizioni socio-culturali, figuriamoci quando non si ha nemmeno un luogo dove potersi riunire per portare avanti l’attività politica quotidiana.

Leggi tutto “Riprendiamoci il Molise, ripartiamo dagli spazi !”

Note su Teatro Rossi e Pisa

Lo scorso autunno a Pisa c’è stato molto fermento: il rifiuto per le politiche comunali degli ultimi anni e la necessità da parte della cittadinanza di riappropriarsi di spazi in cui affrontare questioni vere hanno portato all’occupazione prima del Teatro Rossi e poi dell’ex-colorificio.

Il Teatro Rossi è parte del patrimonio storico-artistico della città di Pisa, un patrimonio dimenticato dall’amministrazione comunale che dopo averlo chiuso perché inagibile, è stato lasciato in stato di abbandono. Il 27 settembre 2012 l’associazione TRA (Teatro Rossi Aperto) ha occupato la struttura, restituendo alla cittadinanza quello che le appartiene. Cittadini, studenti, migranti e lavoratori dello spettacolo in questi mesi hanno indetto assemblee pubbliche, tenuto spettacoli teatrali, realizzato workshop con artisti internazionali. Hanno restituito al Teatro Rossi la sua vocazione di luogo di cultura. Leggi tutto “Note su Teatro Rossi e Pisa”

La lotta per gli spazi a Roma, un caso emblematico: SCuP!

Il 30 maggio 2012 è nato a Roma SCuP (Sport e Cultura Popolare), uno degli ultimi esperimenti di successo che il movimento eterogeneo ha messo in atto negli anni qui nella capitale. L’edificio occupato, come spesso accade, ha alle spalle una storia di strani passaggi tra lo stato e una società immobiliare abbastanza sospetta (1).

Leggi tutto “La lotta per gli spazi a Roma, un caso emblematico: SCuP!”

Bologna: Bartleby, Atlantide, XM24 resistono

Pochi giorni fa a Bologna è stato occupato l’ex convento di Santa Marta, all’angolo fra Strada Maggiore e via Torleone, alla fine di un corteo in difesa dello spazio autogestito Bartleby, vergognosamente sgomberato lo scorso martedì da uno spazio di proprietà dell’università, proprio mentre anche altri due spazi sociali sono a rischio – Altantide e XM24.

Aggiornamento: stamattina (30 gennaio) l’ex convento è stato sgomberato e restituito così alla polvere e all’abbandono. Bartleby, dall’aula occupata di via Zamboni 38, annuncia nuove iniziative per i prossimi giorni.

 

Leggi tutto “Bologna: Bartleby, Atlantide, XM24 resistono”