Nucleare: il punto di vista di chi ce l’ha (e vuole tornare indietro)

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Luca Di Mauro, ricercatore presso la Sorbona di Parigi, sulle recenti proteste contro il nucleare in Francia. In barba a chi indica i cugini d’oltralpe come modello da seguire per l’approvvigionamento energetico, molte/i francesi non ne vogliono più sapere di nucleare…evidentemente, per quanto lo spaccino per pulito e sicuro, loro non si sentono tanto sicuri…

Pubblichiamo quest’articolo mentre i nostri caccia bombardano la Libia per difendere la fetta italiana di petrolio e gas; i caccia francesi la bombardano per accaparrarsi un’altra fonte di energia; le libiche e i libici muoiono, pagando loro il prezzo della nostra benzina; il governo taglia gli incentivi alle energie “rinnovabili”; noi continuiamo a pensare che la soluzione non sia nel trovare un’alternativa energetica, ma un’alternativa di società. Nell’attesa, nella costruzione, nella lotta per il cambiamento, non stare con le mani in mano: IL 12 GIUGNO VAI INSIEME A QUATTRO AMICHE/I A VOTARE Sì AI REFERENDUM PER LA DIFESA DELL’ACQUA PUBBLICA E CONTRO IL NUCLEARE! Poi, puoi pure andare al mare (ma se sei molisana/o puoi pure andare a casa, tanto lo sai già che farà freddo…)! Leggi tutto “Nucleare: il punto di vista di chi ce l’ha (e vuole tornare indietro)”

ce n’est qu’un debut! Cronache dalla Francia in lotta

Da un mese e mezzo circa in Francia assistiamo a imponenti proteste popolari contro il progetto di riforma delle pensioni del Governo Sarkozy: si tratta del tentativo, che risale al lontano 1992, di trasformare il sistema pensionistico francese da retributivo a contributivo, e di innalzare l’età pensionabile a 65 anni, fissando la pensione d’anzianità a 67. La riforma ha l’obiettivo di tagliare drasticamente le pensioni della classe lavoratrice: un regime contributivo, infatti, a differenza di quello retributivo, lega la pensione non all’ultima busta paga percepita ma ai contributi versati; si calcola che ciò comporti la riduzione della pensione dall’80% al 60% circa dell’ultima busta paga percepita. L’aumento dell’età pensionabile ha lo stesso scopo, evidente, nella misura in cui costringe a versare più contributi, lavorare più a lungo, percepire una pensione più bassa, oltretutto riducendo le possibilità di occupazione giovanile. Leggi tutto “ce n’est qu’un debut! Cronache dalla Francia in lotta”