ce n’est qu’un debut! Cronache dalla Francia in lotta

Da un mese e mezzo circa in Francia assistiamo a imponenti proteste popolari contro il progetto di riforma delle pensioni del Governo Sarkozy: si tratta del tentativo, che risale al lontano 1992, di trasformare il sistema pensionistico francese da retributivo a contributivo, e di innalzare l’età pensionabile a 65 anni, fissando la pensione d’anzianità a 67. La riforma ha l’obiettivo di tagliare drasticamente le pensioni della classe lavoratrice: un regime contributivo, infatti, a differenza di quello retributivo, lega la pensione non all’ultima busta paga percepita ma ai contributi versati; si calcola che ciò comporti la riduzione della pensione dall’80% al 60% circa dell’ultima busta paga percepita. L’aumento dell’età pensionabile ha lo stesso scopo, evidente, nella misura in cui costringe a versare più contributi, lavorare più a lungo, percepire una pensione più bassa, oltretutto riducendo le possibilità di occupazione giovanile.

Tutto questo processo di trasformazione, che riguarda l’Europa intera, in Italia fu avviato dal governo Amato nel 1992 (centrosinistra), proseguito da Dini nel 1993 (centrosinistra), poi da Prodi (centrosinistra), che nel 1996 riuscì dove invece era caduto il primo governo Berlusconi, e infine completato da Maroni (centrodestra): un bellissimo caso di concordia nazionale!

In Francia il governo Juppè nel 1997 si arenò proprio sullo scoglio delle pensioni, in seguito ad un ondata di scioperi dei trasporti, e oggi Sarkozy ricorre all’articolo 44 della costituzione francese, che permette all’esecutivo di annullare, in particolari casi, tutti gli emendamenti a un progetto di legge presentati dall’opposizione. La riforma, quindi, probabilmente passerà in Senato, ma i sindacati dopo sei giorni non continuativi di scioperi generali, accompagnati da manifestazioni studentesche e non, hanno chiamato nuovi scioperi e nuove mobilitazioni: la protesta, insomma, non accenna a diminuire e il cammino della legge è tutt’altro che sicuro.

Abbiamo ricevuto da persone che vivono, più o meno stabilmente, in luoghi diversi della Francia, dei report su quanto è accaduto nelle loro città: ci sembra utile pubblicarli sia per lo sguardo diretto che offrono sulla realtà, senza le mediazioni o i silenzi dei media ufficiali, sia perchè riteniamo ci permettano di dibattere su diverse questioni che la Francia in mobilitazione, oggi, pone al resto d’Europa e a noi; tra le tante una, di non poco conto: perchè mentre milioni di francesi scendono in piazza contro il tentativo di scaricare la crisi sulle spalle dei/lle lavoratori/rici, in Italia si stenta a convocare uno sciopero generale, mentre l’undicesima edizione del Grande Fratello registra continui picchi d’ascolti?

Pubblichiamo il report da Parigi di Luca Di Mauro, dottore in Storia e contrattista alla Sorbona, quello da Lione di Chiara Tirro, laureanda in Architettura in Erasmus a Lione, e quello da Tolosa di Laura Acquistapace, studentessa di Lettere in Erasmus a Tolosa, nonchè redattrice di Tratturi. Ogni altro contributo, commento, riflessione è bene accetto: precisiamo che ciò che riceviamo e pubblichiamo, oggi e nel futuro, non corrisponde necessariamente all’opinione della redazione di Tratturi (del resto, vivaddio, non esiste UNA e SOLA opinione della redazione di Tratturi: ad oggi ne abbiamo contate 1523. E tutte valide! ;))

Leggete, riflettete, commentate, criticate!

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