21 ottobre, Lione: lotte e scontri in piazza

Un’ altra giornata di proteste e scontri a Lyon: i lavoratori del settore dei trasporti hanno deciso di continuare lo sciopero, poco più della metà dei mezzi disponibili, sarà garantito al 70%.

Dalla raffineria di Feyzin, i lavoratori non fanno uscire carburante e hanno rinnovato lo sciopero fino alla prossima riunione generale di domani. Il personale si mobilita in attesa di istruzioni da parte dei sindacati nazionali.

Intanto ieri mattina, gli scioperanti hanno ricevuto piena solidarietà da parte degli studenti dell’università Lyon II, i quali si sono organizzati per fare un fondo cassa affinchè non ci sia, per i lavoratori, una perdita di salario troppo consistente.

Gli studenti dell’università Lyon II, terranno le porte chiuse per il terzo giorno consecutivo e fino a sabato compreso. La presidenza afferma che “il contesto di gravi violenze nel centro di Lyon, non garantisce la ripresa delle lezioni in condizioni normali”.

I lavoratori del comune di Vaulx-en-Velin -una delle banlieues più violente della città- continueranno lo sciopero. Il municipio resterà chiuso e i servizi annessi non saranno garantiti.

Intanto, nella giornata di ieri, 20 ottobre, a partire dalla mattina, il centro della città è stato letteralmente saccheggiato e devastato da un migliaio di casseurs, che sono stati protagonisti di scontri molto violenti con le forze dell’ordine.

Il bilancio della giornata è: sei automobili bruciate, una cinquantina danneggiate, nove negozi saccheggiati, violentissime cariche della polizia e 74 fermi.

Verso le otto di sera, un’ automobile è stata incendiata nell’ottavo arrondissement, un po’ lontano dal centro e un’altra nel primo, in pieno centro.

La maggior parte delle persone alle quali vengono imputati gli scontri sono per lo più studenti medi, ma alcuni di loro, intervistati, affermano: “ Quello che ci dispiace è che tutto questo danneggia la credibilità dell’intero movimento; ci sono due o tre ragazzi che lanciano pietre e subito parte la carica”.

Dieci minuti dopo gli scontri, i fumogeni sostituiscono i lacrimogeni. I manifestanti (circa 45000), di cui la maggiorparte studenti medi e universitari, si trovano di fronte a una situazione inaspettata. I leader dei sindacati li invitano a restare nel corteo e a non seguire i casseurs, i quali, invece, corrono verso altri negozi e devastano tutto.

Il capo del dipartimento di sicurezza pubblica afferma: “abbiamo a che fare con gruppi multipli e mobili. Noi ci confrontiamo con dei fenomeni di guerriglia urbana”.

La polizia è stata interdetta dall’utilizzo di proiettili di gomma (qualche giorno fa un ragazzo di 16anni è stato colpito ad un occhio e rischia di perderlo…storia a noi purtroppo nota…) e afferma di voler evitare gli scontri per non danneggiare i manifestanti…

Sorprende che i casseurs, in qualche caso, siano lasciati agire indisturbati, in qualche altro, vengano fermati , picchiati violentemente e arrestati.

Qualcuno sospetta che ci siano infiltrati all’interno dei cortei, il che ovviamente è possibile, e si spiegherebbe così anche la volontà di screditare il movimento.

Ma è pur vero che il numero e l’età dei casseurs, uno troppo alto e l’altro troppo basso (i fermi sono emessi per ragazzi giovanissimi, dai 14 ai 17 anni), farebbe invece ritenere che ci troviamo davvero difronte al disagio delle banlieues, che si inserisce in una situazione di generale mobilitazione per esplodere.

Tra l’altro, se pure è vero che la violenza è fenomeno diffuso in tutta la Francia in questi giorni, è altrettanto vero che a Lyon la situazione è particolare.

Il 40% degli arresti di casseurs sono avvenuti qui, in una città dove il conflitto sociale sembra essere più moderato che in altri posti del paese.

Il presidente del consiglio generale del Rodano afferma che, in effetti, la calma quotidiana osservata all’interno delle banlieues è sempre, costantemente, precaria.

Il 90% dei casseurs lionesi, di fatto, non ha nulla a che fare con il movimento rivendicativo. Sono gli stessi che danno luogo a risse molto violente il sabato sera davanti ai locali del centro, gli stessi che rendono la tifoseria del lyon molto aggressiva, gli stessi di cui dovremmo domandarci, però, la provenienza.

Perchè sono francesi a tutti gli effetti, ma in realtà non lo sono.

Sono immigrati di terza generazione, chiusi in ghetti che, al confronto, Secondigliano e lo Zen potrebbero sembrare zone residenziali, posti in cui alle sei la vita è finita, le strade sono vuote, si respira un’aria che raccoglie una violenza sociale quotidiana e che potrebbe esplodere da un momento all’altro.

Che la loro rivolta venga sfruttata dal governo e dalla polizia per infangare tutto il movimento di lavoratori e studenti è una pratica che non ci dovrebbe affatto sorprendere.

Considerazioni a margine, qui la lotta continua ed è forte.

Oggi si farà sentire nuovamente a Lyon, generalizzando il conflitto e portandolo nelle strade.

In aggiornamento…

Chiara Tirro