La città, l’automobile e le scelte miopi della politica cittadina

[riceviamo e pubblichiamo volentieri un contributo di Nino Carpenito, dell’ASD Malatesta di Campobasso (associati.malatesta@gmail.com, sulla mobilità sostenibile, i progetti e i boicottaggi nella città capoluogo]


Come rappresentanti eletti avete la responsabilità di garantire ai vostri concittadini un ambiente sano, facilitare gli spostamenti professionali per garantire buone condizioni di sviluppo alle imprese, ai servizi e ai negozi e dovete anche garantire a ciascuno spostamenti agevoli per accedere a scuole, servizi pubblici, attrezzature collettive, luoghi di lavoro e negozi. Una parte degli automobilisti rivendica «un diritto alla mobilità» che è spesso confuso con un «un diritto ad usare l’automobile in qualsiasi situazione». Per loro l’automobile è un tipo di trasporto «perfetto e insostituibile». In pratica però, l’automobile non risponde a tutte le necessità: nelle città, numerose famiglie non hanno l’auto-mobile e se la hanno, molti loro membri non vi hanno accesso, non hanno la patente o non possono guidare (bambini, adolescenti). Da un punto di vista collettivo, gli inconvenienti dell’uso poco ragionevole dell’automobile privata sono molto pesanti.
L’automobile contribuisce a sprecare lo spazio urbano, consuma molte risorse e grava sull’ambiente. L’inquinamento costituisce una minaccia per il patrimonio storico, ma anche e soprattutto per la salute (inquinamento atmosferico e rumore). Il costo umano ed economico degli incidenti stradali, pur se in ribasso, resta esorbitante. Oggigiorno il peso economico degli ingorghi è diventato critico. Già nel 1989 il presidente-amministratore delegato della Volvo affermava che l’automobile privata non è un modo di trasporto adatto per le città.
Sperimentare sicuramente, ma per migliorare!
La proposta dell’azzeramento delle aree pedonali della città, risulta essere un esperimento in contro tendenza rispetto alle emergenza ambientali urbane e agli impegni presi con la comunità europea. In questi anni, le aree pedonali sono state assimilate solo in parte dalla popolazione del capolouogo , visto che uno dei luoghi più importanti e gradevoli della città di Campobasso, P.zza Prefettura, sicuramente da far visitare a qualche turista per caso, è stata usata come parcheggio abusivo.
Gli effetti che provocherà questa decisione di riaprire P.zza Prefettura sono ben noti: spreco di spazio urbano di interesse storico culturale, congestione del traffico in quanto per una sinstesi logica, più strade si aprono alle auto e più queste vengono occupate dalle stesse, più danni alla salute per effetto delle polveri sottili, dannose anche più di droga e alcol, difficoltà di mobilità ed aumento dei rischi per bambini ed anziani, problema da non sottovalutare visti i tragici incidenti nel quartiere San Giovanni e il recente incidente nella stessa piazza che ha coinvolto un anziana signora qualche giorno prima di Natale.
La comunità europea ha dimostrato che gli effetti del traffico sul commercio sono devastanti per le piccole e medie attività a vantaggio dei centri commerciali, mentre le aree pedonali e ciclabili aumentano la propensione all’acquisto da parte del pedone e del ciclista perchè risulta più facile entrare nel negozio o perchè attratto dalla vetrina. Le imprese risentono degli ingorghi in termini di accessibilità ridotta per i loro fornitori e visitatori. Ma gli ingorghi sono anche costosi in termini di tempo perso nelle consegne e soprattutto dai loro dipendenti. In Inghilterra la Confederazione delle Industrie (la nostra Confindustria) ha calcolato che nella sola regione di Londra, la congestione da traffico costa circa 10 miliardi di euro l’anno in produzione e tempo perso. Certo non vogliamo paragonarci alla regione di Londra, ma il dato è interessante per scegliere su cosa sperimentare.
Quello di cui ha bisogno la nostra città sono scelte coraggiose per renderela più moderna e funzionale alle esigenze di tutti: Zone Traffico Limitato, parcheggi di interscambio esterni alla città, zone carico/scarico, piste ciclabili, percorsi pedonali e percorsi casa scuola/lavoro, ma soprattutto un trasporto pubblico efficiente e maggiormente conveniente rispetto all’auto sia da un punto di vista economico(abbonamenti scontati per studenti e pendolari) che in tempi di percorrenza.
L’associazione Malatesta ha avviato nel 2009 un progetto di mobilità ciclabile nella città di Campobasso, attraverso la realizzazione del primo ufficio della bicicletta/noleggio e nel 2010 è stata realizzata la prima ciclofficina cittadina c/o l’icubatore sociale di via M. Bologna. L’obbiettivo è quello di sensibilizzare la cittadinanza ad un uso più consapevole dell’automobile ed incentivare l’utilizzo di mezzi alternativi per gli spostamenti urbani. E’ fondamentale però, aumentare quella pressione dal basso sulla politica cittadina, attraverso proposte partecipative alla scelte più opportune per la città.
Il bello delle città è la dovizia di scelte e possibilità senza pari che essa offre: quest’accessibilità privilegiata alle molteplici infrastrutture e strutture dell’ambiente urbano(cultura, negozi, formazione, servizi, attività sociali e politiche) deve essere garantita il meglio possibile a tutti, nel rispetto dell’interesse generale.