Bravi ragazzi e amicizie pericolose

Tutti noi abbiamo degli amici. Alcuni di loro ci sembrano persone degne di stima da ogni punto di vista, altri possono avere qualche “pecca”, che però noi, da buoni amici, tendiamo a perdonare. In Molise, si sa, siamo in pochi e ci conosciamo tutti. E allora diciamocelo: fra voi ci possono essere persone che, a vario titolo, sono amiche di Pierfrancy.

Magari qualcuno di voi ci ha preso il caffè insieme al Caffè dei Pentri proprio l’altro ieri, magari vi deve una birra, o magari addirittura siete cresciuti insieme e gli volete bene. Magari qualche volta ha detto addirittura cose che vi pareva di condividere, tipo: “giustizia sociale”, salvo poi appartenere a un’organizzazione che pensa di raggiungerla istituendo lo Stato Etico e l’autarchia e picchiando la gente nelle strade, solo che voi in quel momento stavate pensando al Campobasso o al derby Venafro-Isernia e non ci avete dato troppo peso.

Tranquilli, tranquille: non è una tragedia.

Fra essere amici di Pierfrancy e avvallare le posizioni politiche di Pierfrancy ce ne passa. Fatevi dunque coraggio e firmate anche voi l’appello contro l’iniziativa di CasaPound a Isernia.

Per aiutarvi in questo delicato momento, citerò un motto evangelico:

Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità…” (Mt 18, 15-20)

In altri termini, cari lettori e care lettrici di Tratturi, essere amici di Piefrancy è umano: sostenerlo politicamente (anche solo con il silenzio) è diabolico.

Naturalmente, cito Pierfrancesco Di Salvo solo perché al momento è l’unico militante di CasaPound visibile e, per quanto ne so, può essere anche l’unico militante di Casa Pound Isernia tout court: se ci sono altri camerati fantasma, il discorso vale naturalmente anche per i loro, e per i loro amici.

Ma che vuol dire “amici”?

Nella nostra regione, abbiamo una concezione piuttosto strana dell’amicizia, o per meglio dire, essere “amici” di qualcuno, da noi, può avere molti significati. L’amico può essere semplicemente un conoscente, qualcuno che ti offre una birra al bar e con il quale non hai mai interagito da sobrio né parlato di altro che di parti anatomiche femminili e aneddoti da bar che sconfinano nella leggenda; l’amico può può essere una persona alla quale sei profondamente legato, alla quale vuoi bene, con la quale hai uno scambio affettivo o intellettuale o di entrambi i tipi; ma un amico, da noi, può essere anche quello che se viene eletto e va “sul Comune” ti può fare qualche favore, quello che ti vota e che ti “dà” i voti della sua famiglia, quello al quale telefoni quando tuo figlio fa un concorso o tua cognata vuole soprelevare una terrazza.

Ora, a meno che la vostra amicizia con Pierfrancesco Di Salvo non sia di quest’ultimo tipo, non avete nulla da temere –  anzi, è a maggior ragione vostro dovere ammonire il vostro amico se se la fa con i fascisti!

Sappiamo bene che molti ritengono che il Molise, in quanto comunità incestuosa in cui ci si conosce tutti e siamo tutti parenti, sia in qualche modo esentato da preoccupazioni quali la difesa del vivere democratico o della Costituzione. L’antifascismo? Roba per gente di città!

L’argomento principe di chi sostiene questa visione è, in genere, che “tizio lo conosco, è un bravo ragazzo”.

I militanti di Casa Pound sono “bravi ragazzi”? Non lo sappiamo, e il problema non ci tange, poichè il punto, per noi, è semplicemente che la cultura, le idee e le pratiche di CasaPound non devono avere la minima agibilità politica in un paese democratico. “Fascista” non è il contrario di “comunista” allo stesso modo in cui laziale è il contrario di romanista. Fascista è qualcuno che nega alla base i principi dello stato democratico, pluralista e laico. Qualcuno che crede che la Nazione abbia un’essenza, che è superiore agli individui. Qualcuno che si richiama a uno dei periodi più tragici della nostra storia recente, in cui, anche se è stata bonificata qualche palude o costruito qualche edificio pubblico di dubbia bellezza, gli oppositori politici venivano pestati e mandati al confino, i parlamentari che si opponevano al fascismo venivano assassinati, gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali, i disabili venivano deportati e sterminati (anche in Italia, anche in Molise).

Saremo anche tutti parenti, ma queste non sono barzellette.

Vorremmo allora ribadire che se anche i fascisti del terzo millennio sono bravi ragazzi che invece di picchiare le lesbiche le invitano alle loro conferenze per dire loro, gentilmente ma fermamente, che c’è posto anche per loro nello Stato Etico organico alla Nazione purché se ne stiano nei limiti del buongusto e ben lontane dai bambini, ciò non toglie che lo Stato etico e la Nazione scritta con la lettera maiuscola siano tutto ciò che l’Italia democratica non vuole mai più conoscere.

Se pensate che il vostro amico sia un bravo ragazzo, ditegli che è entrato in una cattiva compagnia.

2 risposte a “Bravi ragazzi e amicizie pericolose”

  1. cercherò di essere breve anche io.
    primo: l’idea che ‘democrazia’ preveda quello che tu chiami ‘paradosso della democrazia’ è semplicemente falsa. La Costituzione italiana, democratica e certamente non ‘comunista’, nasce dall’antifascismo, fonda lo stato repubblicano sul rifiuto dell’esperienza fascista passata e sulla vigilanza affinchè non si ripresenti. Democrazia non significa libertà di ognuno di fare i suoi porci comodi: ci sono idee, basate su odio, intolleranza, razzismo, che in democrazia non possono e non devono trovare spazio.
    secondo: l’iniziativa che contesteremo è stata ampiamente pubblicizzata, più da noi che da loro ( e questo sì che è un paradosso!). Noi non la condividiamo,perchè dovremmo ‘comparteciparla’ ed ‘ estenderla’?
    terzo: nessuno condanna CasaPound perchè il fascismo è stata una brutta cosa nel secolo scorso. Rileggi le cose che abbiamo scritto con attenzione, anche gli altri articoli: noi rifiutiamo CasaPound per quello che è oggi, non – o non solo – per quella che fu la nefasta esperienza a cui si richiama. E passiamo il resto del tempo a denunciare i crimini e le storture della società attuale, formalmente democratica e antifascista, per cui come vedi siamo equanimi!
    quarto: chi sono gli amici con cui dovremmo prendere contatto?

  2. cercherò di essere breve.
    primo: all’interno di una democrazia ci si deve aspettare che a prendere la parola siano anche moltitudini o singoli che vanno in una direzione opposta alla stessa democrazia. è il paradosso della democrazia.
    secondo: quale sarebbe l’iniziativa da bloccare di casa puond? se sono iniziative condivisibili, perchè non compartecipare ed estenderle?
    terzo: riesumare i fatti storici del fascismo di inizio secolo non è politicamente corretto. era un altro secolo, con altre idee e un altro diritto, dove anche i paesi più civili e democratici si sono macchiati di efferati crimini a tutti noi noti.
    perchè invece di guardare gli altri non si pensa a se stessi? forse perchè l’identificazione delle sinistre non nasce da una critica costruttiva interna..ma ha bisogno di trovare negli altri un nemico da combattere.
    è naturale che i questi tempi di crisi, che tocca ogni ambito della vita, la risposta che molti cercano è una reazione forte..essa è più facile che venga espressa nell’azione, e in particolare nell’azione di destra che fa presa sull’ignoranza e la faciloneria..e si propone come immediata.
    io suggerirei di pensare meno agli altri e più a se stessi…e magari trovare punti di contatto con gli amici…

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