Anche l’Unione degli Studenti di Isernia interviene sulla vicenda Casapound. Riceviamo e pubblichiamo.Firenze, 13 dicembre 2011. Gianluca Casseri, simpatizzante (o militante?) dell’associazione filofascista CasaPound, si toglie la vita dopo aver sparato tra la folla di Piazza del Mercato Centrale colpendo fatalmente due senegalesi e ferendone altri tre. Questa è la notizia, il fatto di cronaca si limita a questo sintetico e caustico ragguaglio.
Un evento del genere, però, non è assolutamente esauribile in un uno scorcio giornalistico, in un servizio televisivo o nel consueto chiacchiericcio a breve termine generato automaticamente da tragici avvenimenti come questo. Un evento del genere, purtroppo, è qualcosa di più complesso. Esso rappresenta la drammatica ripercussione della subdola radiazione del pensiero fascista che sta avendo luogo da qualche tempo sul nostro territorio a livello nazionale, regionale e, credetemi, finanche provinciale.
Ma cos’è CasaPound?
CasaPound è un centro sociale nato a Roma nel dicembre 2003 per mano di esponenti di ispirazione fascista. Nel 2008 ha assunto la forma di “Associazione di promozione sociale” cambiando il nome in “CasaPound Italia”. E’ proprio qui che nasce il pericoloso equivoco. Questa associazione, con il falso pretesto di diffondere materiale culturale, libri e quant’altro, ha esteso la propria presenza all’intero territorio nazionale raggiungendo persino le più capillari ramificazioni cittadine, tra cui quella della città di Isernia.
Lo scorso 29 ottobre, nella sala gialla della Provincia, si è tenuta la presentazione del libro “Nessun Dolore” di Domenico Di Tullio, evento organizzato da CasaPound Italia e patrocinato dalla Provincia di Isernia. Tra il pubblico si ergeva la figura di Luigi Mazzuto, presidente della Provincia pentra e promotore dell’incontro. Fin qui tutto sembra imputabile ad una gravissima, ma pur sempre verosimile, disattenzione degli enti patrocinatori che, viene da pensare, non hanno indagato a fondo sulla natura violenta e oltranzista dell’associazione. Ciò che stride, però, è che chi passeggiava per Isernia quel Sabato avrà sicuramente avvertito l’angoscia di camminare tra un numero assolutamente inusuale di volanti della Polizia e di transenne protettive. Ma per quale motivo tutta questa mobilitazione poliziesca per un’innocua, e per giunta patrocinata, manifestazione culturale?
La polemica riamane aperta, ma intanto CasaPound continua subdolamente la sua “ostinata marcia” verso la diffusione di ideologie razziste e xenofobe tra i giovani, fino al tragico exploit del 13 dicembre fiorentino. Adesso è arrivato il tempo per noi giovani di riflettere ed agire allo stesso tempo, di condannare e denunciare questi esempi di razzismo e violenza attraverso l’assunzione di un atteggiamento antifascista nella società e nella vita quotidiana. Mentre la cronaca giornalistica si concentra sul capire il grado di appartenenza del killer all’associazione (Militante? Simpatizzante? Ma cosa importa?), a noi cittadini del futuro (e del presente) tocca il compito più importante: debellare il virus letale del neofascismo.
Articolo pubblicato sul blog dell’UdS Molise
Per approfondimenti leggi gli articoli della categoria antifascismo oppure la pagina “Conoscere il neofascismo è il primo modo per combatterlo”.
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