La Gazzetta del Molise del 5 Gennaio 2012 pubblica, a pagina 10 un articolo sulla questione della Bibliomediateca, citando l’appello contro l’internalizzazione dell’Unione degli Studenti e una breve risposta del Sindaco di Campobasso. È su quest’ultima che vorremmo concentrarci.
Il Sindaco esordisce dicendo che tre anni di gestione della Bibliomediateca sono costati 300.000 euro lordi, cioè 100.000 euro lordi all’anno, circa. Il dato è errato, dal momento che dalla relazione tecnica d’accompagnamento alla delibera risulta che la spesa annuale per la gestione della Biblioteca ammonta a 80.500 euro. Tralasciando il fatto che il solo concerto dei Pooh del 26 Giugno scorso è costato all’Amministrazione 96.000 euro e che tutta la manifestazione del Corpus Domini è costata 115000 euro, prendiamo dal sito di Altrimedia la relazione di 8 anni di attività, e vediamo i dati relativi all’attività degli ultimi 3 anni. Nel 2008 la BMT ha registrato 18.927 visite, nel 2009 21.091, nel 2010 21.348, per una dato medio di circa 20000 visite all’anno. 20000 accessi unici (ma il dato è sottostimato dal momento che è valutato con le firme sul registro d’entrata), 20000 domande a cui è stata data risposta, dal testo in consultazione, alla visione di un film, al prestito, all’accesso a Internet. 80.500 euro, divisi per 20.000 visite (23.000 nel 2011), danno la spaventosa cifra di poco più di 4 euro a visita. 4 euro per un luogo dove studiare – spesso per l’intera giornata – , dove trovare testi aggiornati, riviste, film, ebook, Internet. Sono un’enormità? Non ci sembra.
Il Sindaco dichiara di non voler chiudere la BMT ma di volerla affidare a personale interno al Comune, garantendo lo stesso servizio a parità di costi. Vediamo se è possibile, concentrandoci sul dato del costo del lavoro. La BMT è aperta 60 ore a settimana, articolate su 6 giorni interi; il contratto di lavoro di un dipendente comunale prevede 36 ore di lavoro settimanale articolate su 5 mattine e due pomeriggi. Per arrivare a 60 ore il Comune dovrebbe o pagare 24 ore di straordinario settimanale ad almeno 4 lavoratori oppure istituire dei turni per almeno 6 lavoratori, ai quali dovrebbe pagare, stando al contratto, un’indennità di turno. Dunque, conti semplici alla mano, per garantire il servizio alle attuali condizioni il Comune dovrebbe farsi carico di un grosso aggravio di spese rispetto a quelle che sostiene oggi. Inoltre, non ci risulta che al momento il Comune gestisca direttamente alcuna biblioteca: ci chiediamo, quindi, da dove dovrebbero spuntare fuori questi funzionari con competenze specifiche di gestione di una Biblioteca. Il comune per caso annovera tra le sue unità di personale catalogatori? Se sì, esperti di quali software? C’è qualche dipendente comunale esperto di Reference, assistenza bibliografica, gestione e tutela del patrimonio librario, politica delle acquisizioni? Se è così, fuori i nomi e i curriculum.
Il sindaco dichiara poi di essere costretto dalla legge a fare delle gare d’appalto per l’affidamento dei servizi. Vero e giusto. Ma sa il sindaco che i protocolli per le gare d’affidamento di servizi a particolare contenuto di specializzazione prevedono come requisiti per l’affidamento la garanzia della qualità di servizio attraverso la conferma del personale che fino al momento della gara ha prestato servizio senza demerito o, in alternativa, la possibilità per il personale suddetto di scegliere se restare o meno? Sa che la continuità lavorativa del personale è garantita dalle gare per l’affidamento dei servizi di guardiania e pulizia dei locali pubblici, figuriamoci per i servizi bibliotecari?
Ancora,il sindaco si lamenta del fatto che gli impianti sportivi del comune – pensiamo alla piscina comunale e al campo-scuola, non ce ne vengono in mente altri – costino 800.000 euro di utenze (acqua, luce, riscaldamento) e ne fruttino 5.000. Il sindaco non dice a quali dati si riferisce, su quali basi annuali, ragion per cui non possiamo entrare nel merito dei conti. Possiamo entrare però nel merito politico.
Caro sindaco, sei un sindaco, non un commerciante. Amministrare bene significa sì ridurre gli sprechi e risparmiare laddove è possibile, non perchè sia moralmente giusto ma perchè i soldi delle istituzioni sono denaro sottratto ai salari dei cittadini per reinvestirli in servizi per i cittadini stessi; ma questo non basta, anzi, è necessario che il risparmio sia finalizzato a garantire e ampliare l’offerta dei servizi, anche andando in passivo. Il bilancio di un’istituzione pubblica non ha come obiettivo il pareggio, o peggio ancora l’attivo, come quello di un commerciante; il bilancio di un’istituzione ha come obiettivo la tutela e il miglioramento della qualità della vita di tutti, in particolare di quelli che vivono in maggiori difficoltà economiche. Se tagli devono essere fatti, che non siano mai sulla cultura o sui servizi.
Se la piscina comunale e il campo-scuola costano 800.000 euro e ne fruttano 5.000 possiamo lavorare affinchè ne costino 600.000 e magari ne fruttino 10.000, ma non possiamo e non dobbiamo puntare al pareggio o al guadagno: se costa di più di quanto frutta, ma offre un servizio alla città, non solo non è un problema il passivo, ma anzi è giusto e doveroso.
Quando poi, come nel caso della BMT, non c’è neanche una inefficienza economica del servizio, non c’è ragione alcuna per mutarne la gestione: o c’è, e non ce la vuoi dire?
Una risposta a “Risposta al sindaco di Campobasso sull’affaire Bibliomediateca”
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