Censura? Ovvero perchè certi commenti non vengono pubblicati su Tratturi

Con questo post vorremmo chiarire quali sono i criteri che adottiamo nel pubblicare o non pubblicare i commenti sugli articoli di Tratturi.

A parte i commenti che contengono insulti gratuiti, infatti, Tratturi non pubblica i commenti dal contenuto fascista o filo-fascista, razzista, omofobo o sessista. (Per la cronaca, comunque, da quando esistiamo, solo 5 commenti dei 117 che ci sono arrivati non sono stati pubblicati per una di queste ragioni).

Come moltissimi altri blog, abbiamo adottato questa politica perché sappiamo bene che il presupposto per la libertà di espressione e per l’apertura al confronto è la condivisione di un piano minimo che consiste nell’adesione alla democrazia, nel rifiuto dello stato etico e di ogni visione autoritaria del potere dello stato, nell’ovvio principio per cui nessun essere umano può essere considerato inferiore a causa del colore della sua pelle o del suo genere sessuale, e altre cose del genere.

Come vedete, si tratta davvero dell’ABC.

“Confrontarsi” con chi non condivide questo ABC significa dargli legittimità politica, significa arretrare da questo piano minimo che storicamente e culturalmente si è affermato, nell’Europa di oggi, come una sorta di soglia della decenza che dovrebbe essere condivisa da tutti/e. Da questa soglia noi non vogliamo arretrare, e per questo non discutiamo con i fascisti.

I quali, lo ricordiamo, non aderiscono a quegli ovvi principi non tanto  e non solo per ciò che hanno fatto in passato, ma per quello che sostengono e fanno oggi (per esempio, promuovere lo stato etico e ospitare fra le loro fila qualcuno che una mattina si è alzato e ha sparato addosso agli ambulanti africani a Firenze).

Sappiamo che alcuni lettori e lettrici sono turbati dal fatto che recentemente è stato oggetto di moderazione un commento di Simone Cretella, esponente campobassano di Fare Verde che conoscono personalmente e del quale magari apprezzano “l’impegno sociale”.

Abbiamo ragionato e discusso molto su questo argomento e vogliamo condividere con voi le nostre riflessioni.

1) L’impegno sociale, di per sé, non è una cosa che dia automaticamente diritto alla credibilità. L’impegno, come del resto qualsiasi atto sociale, è sempre qualcosa di politico. Ci si può “impegnare” nel sociale per mantenere la società così com’è, oppure per cambiarla; e per cambiarla in un senso o in un altro. Vogliamo precisare allora che motivi per cui riteniamo che Fare Verde sia una di quelle realtà alle quali non vogliamo dare legittimità politica non sono legati solo al “pedigree” dei suoi dirigenti [di cui abbiamo già parlato – vedi articolo].

Siamo infatti in profondo dissenso con i contenuti di cui Fare Verde si fa promotore – culto delle radici e dell’identità, riscoperta romanticheggiante dei culti pagani del solstizio d’estate, Natura con la “N” maiuscola.

Assolutizzare la natura è la base ideale su cui si costruiscono gli autoritarismi. Al concetto di Natura sono stati attribuiti in epoche diverse significati estremamente diversi, e in nome della Natura con la “N” maiuscola, nel corso della storia, sono state giustificate le peggiori nefandezze. Gli indios erano inferiori “per natura” e quindi andavano sottomessi o sterminati, le donne erano destinate “per natura” a fare figli e stare a casa, gli uomini erano portati “per natura” ad ammazzare e a farsi ammazzare per la patria e per l’onore.

Inoltre, come abbiamo spiegato fin dalla nostra nascita [vedi il nostro manifesto], il culto dell’identità e delle radici non ci appartiene: lo troviamo sterile, quando non pericoloso.

2) Ma Fare Verde è una di quelle realtà alle quali non vogliamo dare legittimità politica anche per il “pedigree” dei suoi dirigenti, appartenenti a un’area che in innumerevoli occasioni ha dato prova di aver adottato una precisa, subdola strategia – quella di mimetizzare il proprio fascismo e di utilizzare una finzione di impegno sociale apolitico come interfaccia ufficiale “soft” attraverso la quale fare adepti per i propri veri scopi. Abbiamo dei buoni motivi per essere diffidenti se qualcuno di quell’area sostiene di voler fare “solo” del volontariato.

Ricordiamo inoltre che Fare Verde, che si dichiara contraria agli inceneritori e al nucleare, in realtà nelle elezioni regionali in Lazio ha appoggiato la candidata del centro destra, favorevole al nucleare e favorevole agli inceneritori.

4) Ciò non esclude che singoli attivisti possano aver creduto a questa finzione e possano essere sinceramente convinti di fare “solo” del volontariato…

Ma allora, chi ha con loro relazioni d’amicizia personale, e ancor più chi ha con loro relazioni di collaborazione  a livello di “impegno sociale”, dovrebbe chiedere conto a questi volontari di ciò che è e di ciò che fa la loro associazione a livello nazionale, e non lasciar correre tutto in nome del fatto che il Molise è piccolo e ci conosciamo tutti o che in fondo “sono bravi ragazzi”. [Vedi Bravi ragazzi e amicizie pericolose: nonostante le citazioni evangeliche, questo post andava preso sul serio]

5) Anche al di là del problema del neofascismo camuffato, che si inquadra nel discorso della “soglia della decenza” di cui abbiamo già detto, riteniamo che il giornalismo della par condicio sia una grande presa in giro. L’informazione neutra non esiste: chi pretende di essere “super partes” in realtà sceglie senza saperlo una parte molto precisa, che è quella della cultura dominante.

Il dominio di un certo ceto politico, di una certa classe sociale, di una certa popolazione o anche semplicemente degli uomini sulle donne e sulle altre sessualità eccentrice consiste infatti prima di tutto nel far passare come “ovvie”, “normali”, “naturali” e “neutre” idee che in realtà sono parte della mentalità di chi comanda e soprattutto espressione dei suoi interessi. Il femminismo e la critica post coloniale su questo hanno scritto intere biblioteche, e soprattutto intere pagine di storia dei movimenti sociali.

Tratturi allora non è super partes, ma a differenza dei media che si pretendono “neutri”, dichiara da che parte sta e perché ha scelto di stare lì, ed è proprio grazie a questo che può aprirsi a un confronto più autentico e franco. Il presupposto della libertà di espressione non è il qualunquismo, ma la responsabilità.

 La redazione di Tratturi

P.S. A proposito di chi si impegna nel sociale e dice di non essere né di destra né di sinistra, proponiamo la lettura di questa interessante riflessione di Wu Ming1 sull’argomento.

P.P.S. Se avete altri dubbi sulla nostra politica di moderazione dei commenti, non esitate a scriverci.

P. P. P. S. Se ve lo state chiedendo, sappiate che dei cinque commenti non pubblicati, uno (anonimo) conteneva insinuazioni e accuse assolutamente non circostanziate all’amministrazione di un comune molisano: abbiamo inviato una mail all’autore chiedendogli di argomentare quanto affermava, ma senza esito, per cui abbiamo deciso di non pubblicare il commento (il motivo per cui vi chiediamo di inserire un indirizzo mail quando inserite un commento è appunto che vogliamo potervi interpellare in caso di problemi).  Altri tre o quattro commenti (firmati) provenivano da esponenti di estrema destra e, per quanto prolissi, non contenevano nessuna argomentazione di sostanza a parte un generico sarcasmo sul nostro presunto “essere indietro”. Insomma… non vi siete persi/e niente.

 

8 risposte a “Censura? Ovvero perchè certi commenti non vengono pubblicati su Tratturi”

  1. no perké 4-5 anni fa fui ad un incontro dai WUMING ke si tenne a ferrazzano qnd funzionava ancora il circoletto “Faro” e sono sicuro ke qst senza ke alcuno domandasse loro nulla hanno tirato fuori qst storia di esser stati già rikiamati da qlcn perké pubblicavano o pubblicarono “algo” con la Mondadori: sono certo ke era i tizi di bolo…

    ,”)

  2. pardon… non a colpi di machete, ma di cannone… ho sottovalutato gli occidentali.

  3. Giuseppe, forse non hai letto con attenzione. Che gli indios fossero inferiori per natura era un argomento degli occidentali che volevano civilizzarli (ed evangelizzarli) a colpi di machete, giustificando l’espropriazione e la colonizzazione di quelle terre in nome di una fantomatica Natura con la N maiuscola, come se di natura ce ne fosse una sola e fosse la visione eurocentrica che si ha di essa… è storia vecchia ma sempre attuale, e una rinfrescata non guasta mai…

  4. Caro Costantino,

    Wu Ming1 è un componente di Wu Ming, collettivo di scrittori che prima si firmavano con lo pseudonimo di Luther Blisset, e hanno pubblicato diversi libri, tutti con l’einaudi.

  5. Ma i WuMing non sono quelli ke hanno pubblicano con la Mondadori??!!!

  6. Solo una considerazione riguardo la N maiuscola/minuscola data a natura. Se la utilizzate congiuntamente alla parola indios commettete un errore madornale. Per gli indios la N maiuscola per indicare l’importanza della natura sarebbe ancora troppo piccola per rivendicarne l’assoluta eccellenza. Allora anche gli indios sono nazisti e fascisti? Prima bisogna studiare, e bene, e poi scrivere e pubblicare.

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