Piazza Pepe va restituita ai pedoni subito, così come ai cittadini va restituita la città. Ai cittadini, non ai costruttori.
Basta fare un giro in macchina – ovviamente – per capire in che misura il territorio della città sia stato letteralmente mangiato dal cemento. Attorno al raccordo per la tangenziale, dove c’è il terminal degli autobus, quella specie di edificio blu completamente abbandonato, spuntano palazzi come funghi dopo una pioggia autunnale. Sembra che un appartamento non si neghi proprio a nessuno.
Non bastava la cementificazione di san Giovanni e di Vazzieri; non bastava nemmeno la “città nella città”, complesso residenziale di lusso che giace lì, mezzo invenduto (ma si sa: per il costruttore la vendita è un di più, lui ha già guadagnato quando ha costruito); sembra proprio che Campobasso stia vivendo un momento di fioritura edilizia, dove il calcestruzzo la fa da padrone. I palazzi attorno al terminal degli autobus, infatti, sembrano proiettarsi verso il centro cittadino, come a formare una lingua di cemento che arriva fino all’ex stadio Romagnoli, dove dovrebbe sorgere la cittadella dei servizi e il nuovo palazzo della regione (ma questa è una storia che speriamo di raccontarvi presto), prosegue per i nuovi palazzi di via Gazzani, sale su corso Bucci e si ferma – per ora – a piazza Pepe, proprio sopra il tetto dell’appena ristrutturato Teatro Savoia.
Che piazza Pepe stia dando dei dispiacere a buona parte della cittadinanza si sa già. Quello che non si sa, però, è che la riapertura al traffico di piazza Prefettura e del corso, non è solo frutto della miopia di una amministrazione inetta, con la complicità di altrettanto miopi bottegai. Se ci si prende la briga di trovare una posizione che permetta di vedere il tetto del teatro, si scoprirà che quello che sembra un tetto è in realtà un terrazzo, sul quale spuntano degli appartamenti di lusso.
La domanda, allora, viene da sé: non sarà che ristrutturando ristrutturando, l’impresa di costruzioni è riuscita, nel silenzio generale, a far spuntare qualche lussuoso appartamento con vista sul salotto buono della città? E non sarà che l’insistenza sulla riapertura al traffico della piazza possa servire a rendere ancora più appetibili quegli appartamenti? Magari, chissà, per qualche futuro professionista, figlio di un passato professionista, che voglia mettere il suo studio nel salotto buono della città? O semplicemente per qualche ricco possidente che voglia guardare ogni mattina il buon Pepe (non ricordo mai se Gabriele o Guglielmo) nelle palle degli occhi?
I bottegai, in questo caso, non sono altro che gli utili idioti di chi ha tutto da guadagnare dalla trasformazione di piazza Prefettura in parcheggio, e di chi già da tempo sbava sulla città e su ogni centimetro quadrato che non sia ancora edificato.
Per questo chiedere la ripedonalizzazione di piazza Pere non vuol dire semplicemente richiedere uno spazio dove fare le passeggiate, ma deve significare anche riprendersi la città e salvarla dall’avidità di qualche capitano di industria locale.