La crisi del Capitale porta con sé la crisi della democrazia

di Paolo Di Lella

La crisi del Capitale internazionale continua a far sentire i suoi effetti sulla pelle dei lavoratori. I dati negativi sulla disoccupazione, sulla produttività e sui consumi nelle aree a capitalismo avanzato sono la conferma che il peggio non è affatto alle spalle, come invece gli economisti “classici” continuano a ripetere. Gli indicatori economici ci permettono di tracciare un quadro in cui emerge sempre più nitidamente il carattere strutturale della crisi.

In tale contesto va inquadrata la questione della speculazione finanziaria, all’origine della quale c’è la sovraccumulazione di capitale precedente la crisi, mentre i suoi effetti rispondono alla logica naturale o per meglio dire, al fisiologico andamento delle “bolle” causate dal facilitamento dell’accesso al credito col quale si è creduto di risolvere il problema della contrazione del potere d’acquisto.

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IL PIANO “POLITICO” DI MARCHIONNE

L’Italia scende in piazza all’indomani del referendum FIAT accanto agli operai della FIOM per i quali l’Unione Sindacale di Base (USB) ha proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata del 28 gennaio. Operai, studenti, politici, precari, lavoratori dei diversi settori si sono incontrati in oltre 20 manifestazioni in tutta Italia, per dare sostegno agli operai della FIOM di Pomigliano e Mirafiori, in difesa del contratto nazionale contro gli attacchi di Confindustria e di Federmeccanica. Oltre alle manifestazioni, vari presidi e cortei hanno chiesto a  voce alla Cgil la proclamazione dello sciopero generale di tutte le categorie. Anche a Termoli, davanti ai cancelli della FIAT Power Train, ha animato la protesta un presidio formato da operai, iscritti FIOM, studenti, insegnanti, precari, tutti “Uniti contro la crisi”. Leggi tutto “IL PIANO “POLITICO” DI MARCHIONNE”