IL PIANO “POLITICO” DI MARCHIONNE

L’Italia scende in piazza all’indomani del referendum FIAT accanto agli operai della FIOM per i quali l’Unione Sindacale di Base (USB) ha proclamato lo sciopero generale per l’intera giornata del 28 gennaio. Operai, studenti, politici, precari, lavoratori dei diversi settori si sono incontrati in oltre 20 manifestazioni in tutta Italia, per dare sostegno agli operai della FIOM di Pomigliano e Mirafiori, in difesa del contratto nazionale contro gli attacchi di Confindustria e di Federmeccanica. Oltre alle manifestazioni, vari presidi e cortei hanno chiesto a  voce alla Cgil la proclamazione dello sciopero generale di tutte le categorie. Anche a Termoli, davanti ai cancelli della FIAT Power Train, ha animato la protesta un presidio formato da operai, iscritti FIOM, studenti, insegnanti, precari, tutti “Uniti contro la crisi”. Leggi tutto “IL PIANO “POLITICO” DI MARCHIONNE”

Vietato viaggiare senza biglietto – la repressione delle libertà democratiche per via burocratica

Sommario. E’ la seconda volta nel giro di pochi mesi che dei manifestanti vengono bloccati sui mezzi di trasporto prima ancora di poter arrivare sul luogo del corteo. La scusa, stavolta, è che non avevano il biglietto… Dal treno degli studenti fermato a Colleferro fino agli alcol-test a ogni angolo di strada, dal permesso di soggiorno dei migranti fino all’orario di chiusura dei bar,  è grazie a regole amministrative apparentemente innocenti che le libertà democratiche si restringono sempre di più senza che neanche ce ne rendiamo conto.

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Sintesi dell’intervento di Paolo Di Lella all’assemblea di “UnitiControLaCrisi” – 20/01/11

In questi giorni, nel dibattito politico televisivo, si è tentato di sviluppare il tema dei rapporti tra lavoratore e datore di lavoro alla luce della svolta nelle politiche industriali che Marchionne sta tentando di imporre al mondo del lavoro. Lo schema è più o meno questo: ci si chiede se sia giusto determinare un cambiamento radicale senza che ci sia il consenso da parte di chi, all’interno della fabbrica, spende la parte migliore delle sue giornate.

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Studentesse e precarie per lo sciopero generale generalizzato

Ieri il collettivo Mujeres libres è intervenuto all’incontro organizato dall’associazione Orlando di Bologna con Susanna Camusso, chiedendo lo sciopero generale e ponendo delle domande importanti: si può nell’Italia del 2011 avere una vita dignitosa ed essere contemporaneamente madri e lavoratrici? Si può essere ragazze madri? Si può decidere della propria relazione di coppia o si è costrette a rimanere in una relazione perché il reddito non permette di interromperla? Si può decidere di rendersi indipendenti o si è costrette a gravare sulla famiglia di origine? Una donna che emigra può cercare in Italia un futuro migliore o deve andare altrove? E una ragazza italiana che futuro può avere rimanendo qui?

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A Mirafiori si è dimostrato… in tutta Italia si dimostrerà!

Gli ultimi avvenimenti legati al mondo del lavoro e, in generale, le risposte di classe che in tutto il mondo si stanno attuando in contrasto al regime di austerità imposto dalla governance internazionale, impongono una seria riflessione su come organizzarci in maniera sempre più proficua e determinante

Allo stesso tempo, la sollevazione popolare in Tunisia, gli scioperi dei lavoratori in Serbia, in Portogallo, in Grecia, e in ultimo, ma solo in ordine di tempo, lo straordinario risultato del referendum a Mirafiori, dimostrano che il livello di scontro sociale è alto e soprattutto esteso. I movimenti sono sempre più organizzati e il sistema di repressione messo in atto dai governi imperialisti ha dimostrato, in più di un occasione, di poter entrare in crisi insieme a tutta la struttura del sistema.

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Migrazioni e globalizzazione: torniamo a discuterne?

Sommario. Il dibattito pubblico sull’immigrazione è fermo sul tema della sicurezza. La sinistra al massimo riesce a esprimere un vago sentimento della “solidarietá” e ha rinunciato del tutto ad affrontare il tema economico di fondo: perché emigrano? Se si vuole evitare una guerra tra lavoratori italiani e stranieri c’è bisogno di smascherare i mali della globalizzazione economica, contrastare la libera circolazione dei capitali e costituire un diritto globale alla migrazione.

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L’assassino ha le chiavi di casa… pure a Vinchiaturo

Sommario. Il 20 dicembre scorso è morta, dopo cinque mesi di coma, Carmen Otero Diaz, una donna di Vinchiaturo originaria del Venezuela. La donna era finita in ospedale il 12 luglio scorso a causa della violenza di suo marito, Liberato Petrecca, sessantottenne di Vinchiaturo.

Quante sono in Molise le donne che subiscono violenza fra le mura domestiche? Su quali servizi possono contare per trovare aiuto? Quanti vicini di casa accorrono e quanti, invece, fanno finta di non aver sentito? Quanti uomini non sopportano l’idea di essere abbandonati e, anche se non arrivano ad atti così cruenti, perseguitano, minacciano, molestano le proprie ex compagne?

La violenza contro le donne non è una questione di ordine pubblico, e nemmeno un problema “umanitario”. E’ una questione politica. L’articolo contiene anche dati statistici sulla violenza maschile contro le donne e sui centri antiviolenza in Molise. "Il 70% delle violenze sulle donne avviene in famiglia" "Un motivo in più per restare fuori fino a tardi"

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Presentazione del libro “Buen Vivir – per una nuova democrazia della Terra”

Giovedi 13 gennaio alle ore 17,30 presso la Caffetteria Morelia in via Monsignor Bologna, 15 a Campobasso presentazione del libro ” Buen Vivir per una nuova democrazia della Terra“.
interverranno:

Giuseppe DE MARZO – autore del libro, economista, attivista e portavoce dell’associazione A Sud
Paolo DI LELLA – Redazione del blog Tratturi – Molise in Movimento
Marco PETTI – Comitato Molisano Acqua Pubblica
Rino ZICCARDIUnitiControLaCrisi

modera:
Italo Di Sabato

dalla prefazione del libro:
L’umanità è immersa in una crisi inedita, le cui cause vanno indagate in profondità. Cause complesse che mettono in luce l’insostenibilità politica e sociale di un modello di sviluppo che ha dimostrato la sua inadeguatezza e che pone domande forti, legate alla sopravvivenza stessa dell’uomo sul pianeta. Concetti e strumenti come riformismo e rivoluzione non riescono oggi ad affrontare e a risolvere problemi così complessi e interdipendenti. La conseguenza è un altro enorme paradosso: vivere un tempo in cui vengono poste domande forti ma le risposte appaiono estremamente deboli. Domande come: esiste un’alternativa al modello capitalista? è realizzabile migliorare la vita di miliardi di persone tenute ai margini? si può coniugare l’economia con la difesa dell’ambiente? è possibile sperimentare un nuovo patto sociale e ripensare le forme della rappresentanza? Dall’America latina all’Asia, all’Africa, a molte comunità e territori del Nord del mondo i conflitti ambientali e sociali hanno creato le condizioni per la formazione di un campo nuovo. Una sociologia dell’assenza che a partire dalla democrazia deliberativa e dalla responsabilizzazione collettiva lavora alla costruzione di un nuovo paradigma di civiltà, fondato sul buen vivir e su una relazione armoniosa con la natura. Educazione popolare, autogoverno, orizzontalità, giustizia sociale, mutualismo, creatività e decolonizzazione del potere sono gli strumenti e le pratiche che l’ecologismo dei poveri utilizza per costruire una democrazia della Terra. Il protagonismo dei movimenti indigeni, dei movimenti impegnati per la difesa dei beni comuni e per i diritti di cittadinanza mette in luce la rottura del contratto sociale e la necessità di ridefinirlo a partire dalle nuove condizioni poste dalle crisi.