BLU non si tocca! (e non si spiega…)

[Nell’ambito della manifestazione “Draw the line – Street Festival”, promossa dall’associazione Malatesta, il writers di fama internazionale BLU ha regalato alla città un suo pezzo, chiaramente antimilitarista, che mostra la testa di un ragazzo progressivamente rasato a zero, privato del cervello e infine fornito di elmetto.

L’amministrazione comunale, su proposta del consigliere PdL Salvatore Colagiovanni, ha inizialmente deciso di cancellarlo (offensivo? incomprensibile?); poi, di fronte alle crescenti proteste, avrebbe fatto parziale dietro-front, dichiarando che si limiterà a spiegare  “il significato dell’artista” (cit.). Di seguito, la nostra opinione sul tema]

Blu è un artista di fama internazionale, che ha esposto i suoi lavori in posti come la Tate Gallery di Londra, ma anche nelle strade, nei cantieri, sui muri dei palazzi abbandonati e sui viadotti delle nostre città.

E’ un artista che non ha mai basato la sua carriera sul riconoscimento delle istituzioni artistiche o politiche che siano, e se lo riconosciamo è per il suo valore, per il suo talento e per il suo impegno, non per il prestigio del suo curriculum. Tuttavia, forse è meglio che l’amministrazione comunale di Campobasso sia avvertita anche di questo prima di dare avventatamente due mani di bianco su una sua opera.

E’ inutile cercare di reinterpretare l’opera di Blu per renderla più istituzionalmente digeribile, prima di tutto perché interpretare un’opera d’arte sta alla sensibilità di ciascuno, e in secondo luogo perché, se l’opera di Blu è palesemente antimilitarista (=non solo contro la guerra, ma contro gli eserciti), in un paese veramente democratico e libero l’antimilitarismo dovrebbe poter essere espresso liberamente. Il nostro auspicio, anzi, è che venga espresso e praticato sempre di più.

Quaranta anni fa contro la retorica militarista Don Lorenzo Milani era andato molto oltre Blu, arrivando, da sacerdote, a esortare i ragazzi a mezzo stampa a violare la legge e a disertare gli eserciti, e a insegnare che “l’obbedienza non è una virtù”.

Se l’amministrazione comunale di Campobasso, fiera del proprio becero militarismo, delle proprie prassi antidemocratiche, della propria ignoranza e della propria insensibilità artistica, vuole coprire il murales o metterci una targa sotto per attribuire all’artista una presunta volontà di non offendere il patrio esercito, si assuma la responsabilità di un atto di censura, perché di questo si tratta, in entrambi i casi.

La redazione di Tratturi