Report dell’aperitivo di bilancio dell’attività di Tratturi

La redazione di Tratturi ha incontrato i propri lettori per tirare le somme di un anno di attività, lotta e resistenza. Ecco come è andata e di cosa abbiamo parlato.
28.12.2011 – Caffetteria Morelia, Campobasso.

In questi ultimi mesi il capitale finanziarizzato ha dato avvio alla seconda fase del processo di riorganizzazione degli Stati e quindi delle nostre vite: la recessione. Tale fatto in Italia si è tradotto nella nomina di un Tiranno il quale, con l’enorme illusione mediatica del “governo tecnico”, sta ridefinendo le linee essenziali della nostra economia secondo la dottrina liberista del cancellare i diritti, anche quelli essenziali, per permettere al sistema di riprendere a crescere. Preparando, parallelamente, tutta la violenza necessaria a impedire a chiunque di avversare questa azione, in ordine a quanto hanno deciso i poteri forti dell’occidente per questo momento.
Anche in Molise, come sappiamo, la sospensione dei diritti non è più un qualcosa di astratto e le vicende che ci hanno infine portato praticamente alla nomina (non elezione) del satrapo uscente Iorio, ne sono il principale esempio, in quanto, saltato anche il formalismo della rappresentatività, di democratico nella funzione di esercizio del potere non resta quasi nulla.
Così, nella confusione totale che deriva da una tale situazione, ad un anno esatto dall’aperitivo di presentazione, il blog “in movimento” ha sentito la voglia di discutere con i lettori di sé ed è  uscito dal virtuale per porre ai suoi sostenitori tre precise questioni:  serve un blog migrante, al molise? Se si, in che modo può arricchire il movimento? Con quale funzione?

Da qui, in ritardo come sempre, il dibattito, tenuto costantemente aperto in maniera da evitare i tradizionali schemi di contrapposizione tra oratore e pubblico, è iniziato con una brevissima presentazione del nostro lavoro.
Lavoro fatto di articoli e inchieste volti a conoscere riconoscere e smascherare gli schemi che incatenano, mentalmente e di fatto, la maggior parte dei nostri conterranei. Articoli e riflessioni che hanno tentato di dare un punto di vista diverso e di portare all’attenzione del dibattito interno al movimento temi e questioni mai affrontati prima; fatto di inchieste sul territorio che hanno provato ad indagare i problemi e le contraddizioni che il sistema in cui viviamo provoca anche in Molise.  Ma il nostro attivismo si è evoluto rispetto al progetto iniziale di essere semplicemente una cassa di risonanza e un luogo di dibattito a disposizione del movimento molisano, così abbiamo iniziato a puntare anche sulle iniziative sul territorio, attraverso le quali incidere direttamente la realtà del pensiero dominante, come ad esempio l’Altrolibro, la fiera della piccola e media editoria indipendente. Infine, lavoro fatto di pratiche di resistenza, coordinamento del Movimento e partecipazione alla lotta, che ci ha visto protagonisti, ad esempio, nella campagna antifascista organizzata in occasione della scandalosa iniziativa di Casapound.
Precisando anche la tipicità che caratterizza lo svolgimento del lavoro, ossia l’eterogeneità delle esperienze dei membri della redazione, la quale, quando riesce a trovare una sintesi politica condivisa, diventa azione. Eterogeneità tanto riguardo i nostri differenti approcci alla militanza  quanto relativa al fatto che per la maggior parte dell’anno viviamo in differenti città d’Italia e d’Europa e qui, soggettivamente, maturiamo le esperienze che all’interno del blog sono poi poste a confronto permettendo prima di tutto a noi stessi, ma si spera anche ai nostri lettori, di crescere.
Insomma, un nuovo modo di relazionarsi alla realtà politica locale per provare a gettare qualche sasso nello stagno mediatico che la rappresenta.

Per questa via è iniziata la discussione, così è parsa da subito chiarissima la necessità di coordinamento delle lotte delle differenti realtà che operano quotidianamente sul territorio. Subito però è stata evidenziata la difficoltà di raggiungere tale obbiettivo. Infatti,  “essere sempre gli stessi quattro” a impegnarsi effettivamente pone spesso limiti importanti alle iniziative proposte.  Dando adito all’ autodenigrazione delle realtà impegnate. Certo è che la lotta contro un sistema così fatto (mi riferisco a quell’intrigo di promesse, scambi di favore e mazzette che nelle al Sud assume sempre caratteri mostruosi) è e resta ardua, ricordando che di fatto gran parte dei cittadini molisani è connivente.
Ci è stato in questo modo risposto che si, un blog migrante serve. Serve innanzi tutto a preservare quei legami, politici e non, che noi che lasciamo la nostra terra avevamo attentamente creato e coltivato ma altresì serve a chi vive la realtà molisana per ricordarsi sempre che la lotta e la resistenza non è mai cosa di pochi, che le battaglie portate avanti non possono essere viste solo nel contesto locale, serve insomma a superare di fatto l’autoreferenzialità in cui troppo spesso i gruppi organizzati sono incatenati per raggiungere la consapevolezza che il sistema che si intende combattere, proprio di questo si nutre. E della faziosità che ne è conseguenza.
In questo senso un blog fatto perlopiù di precari fuori sede, con precise idee politiche e precisi idee delle pratiche politiche da adottare può essere una fondamentale risorsa per il Movimento molisano.

In seguito a ciò, la riflessione si è spostata sulla mancanza, nel capoluogo della regione, di luoghi sociali, dove sia possibile incontrarsi in campo neutro per discutere e, perché no, avviare nuove forme di socialità, alternative a quelle imposte, dove fare Politica.
Purtroppo però gli occupanti di palazzo Moffa hanno una politica nettamente diversa, come ha dimostrato la vicenda di vico Carnaio, una Casa delle culture, finanziata dalla Regione ma mai realizzata, perché il Comune si è inspiegabilmente ripreso le chiavi di quello spazio.
Su tale punto, ovviamente, l’emotività ha raggiunto l’apice, perché sembrerebbe sempre più vicina l’ora di liberare spazi altrimenti destinati alla degenerazione.
Anche se resta ferma la denuncia e quello che ci siamo proposti è stato che, in quest’ottica, Tratturi potrebbe fare (e qualora vi sia l’opportunità farà, ve lo assicuriamo!)  ciò che sarà necessario per permettere al vento del cambiamento di spazzare via arruzziniti modelli di falsa condivisione, forme del controllo sociale necessario al permanere dello status quo.
Anzi, lo sta già facendo, inserendo nel panorama mediatico quei temi che sembravano lontani anni luce dal Molise, proponendosi poi come luogo virtuale di elaborazione politica, di evoluzione culturale, di relazione.
Valga su tutti l’esempio delle questioni di genere. Un concetto che sembra assente dentro i confini molisani. Ma che fa di quest’ignoranza, la fucina delle più barbare discriminazioni sessuali.
Così, con diversi articoli e la presentazione di un libro di Porpora Marcasciano abbiamo cercato di porre una questione che riteniamo urgente risolvere…

Pensando al futuro quindi, il risultato di bilancio è molto positivo.
La funzione di collante del Movimento alla quale aspiriamo sta ricoprendo, lentamente ma progressivamente, gli spazi che le sono propri. Sia in senso orizzontale, tra le realtà in movimento che sempre più si spera ci riconosceranno come spazio politico, aperto ma attento a non scadere nell’elettoralismo. Ma anche per i singoli che cercano la riflessione e il confronto sui temi oggetto delle nostre analisi. E ancora, per tutti gli altri media activists del mondo con cui sarà possibile collaborare. Sia verticali, tra le generazioni di militanti che si avvicendano contro il sistema e le sue sadiche storture. Generazioni poste, metaforicamente ma non troppo, l’una di fronte all’altra in occasione stessa dell’aperitivo, con i più “esperti”, attenti osservatori del nuovo “modo di fare” politica che i più giovani hanno proposto e riempito di contenuti validi e pregnanti. Sia geografici infine, che permettano lo scambio reciproco con i posti che viviamo la maggior parte dell’anno.

Insomma, se un cambiamento globale è reso necessario dalla crisi in cui siamo stati condotti, quest’anno che si apre, sarà il momento per dire la nostra e per riprenderci le nostre vite, palmo a palmo, distruggendo il perverso sistema responsabile di tutto ciò, attraverso la creazione di nuove relazioni sociali, a partire da quelle politiche.
Ricordando l’ultimo intervento “dal pubblico” della serata, la realtà incalza!
Gli accadimenti si succedono rapidamente e gli effetti della degenerazione post-crisi ormai hanno raggiunto anche il Molise. L’esempio portato riguardava i trasporti: a causa dei tagli dei fondi destinati agli enti locali, le corse dei pullman vengono soppresse e i lavoratori hanno difficoltà a raggiungere i propri posti di lavoro, perché usare la propria automobile, con gli aumenti del prezzo del carburante, inizia a diventare proibitivo. Così forse ci si renderà conto che la risposta ad un problema collettivo, i tagli sui trasporti pubblici, non può essere una risposta individualistica, non può essere il “prendo la mia macchina e mi arrangio da solo”, ma deve necessariamente divenire collettiva e organizzata.
La disillusione dai falsi miti di riscatto sociale di cui l’automobile è simbolo indiscusso, deve comportare il recuperare del senso collettivo, del lottare e fare politica insieme.
Con questo auspicio si  è chiuso il random della serata e con questo auspicio ripartiamo. Adesso quindi tocca a noi, noi che crediamo ancora nel fatto che i diritti devo essere garantiti a tutti, indipendentemente dal sesso, dalla cittadinanza o dall’averci o meno il conto in banca, sta a noi dimostrargli che la politica è il decidere delle sorti comuni e che perciò, adesso, per noi come per tutti, è arrivato il momento di organizzarci e riprenderci il diritto di decidere delle nostre vite.
Tratturi ci sarà. A raccontare, analizzare, riflettere, provocare, fotografare. A fare Politica.

Altri cento di questi aperitivi.
Stiamo già preparando nuove iniziative per l’anno appena iniziato, la redazione si è arricchita di nuove firme estremamente promettenti (sono più bravi di noi, me lo sento ;)) e in queste serate natalizie non si è mai smesso di lavorare…
Insomma, buon 2012 migrante, a tutto il Molise in Movimento.