I nostri lettori più attenti avranno sicuramente notato che da qualche tempo a questa parte stiamo pubblicando articoli sulla questione degli spazi sociali autogestiti nelle varie città dove risiediamo noi tratturanti. Roma, Pisa e Bologna sono solo le prime tappe di un percorso che vorremmo fare insieme a voi attraversando gli spazi sociali autogestiti di gran parte della penisola.
Perché un blog di attivisti fuorisede decide di occuparsi questi spazi è presto detto. Siamo originari di una terra nella quale gli unici spazi di socialità erano i bar, dappertutto spadroneggiavano, nei paesi come nelle città con il loro mix da urlo: birra a buon mercato e il classico biliardino. Oggi nelle città i bar sono stati sostituiti dai più chic e carastosi pubs ma la sostanza è rimasta la stessa: una socialità normalizzata, in cui l’insofferenza e la rabbia vengono sedate dall’alcol, nella quale si ripropongono i soliti ruoli e che in ogni caso è accessibile solo a chi ha i soldi per comprarsela. Se hai i soldi ti “diverti” ma se non ne hai resti nell’angolino del tavolo per non far notare che ti manca “la consumazione” e, con essa, ti manca anche la possibilità di stare in tranquillità con i tuoi amici e le tue amiche. Oggi la presunta socialità si compra come fosse un’automobile.
Abbiamo un altro problema grosso, in Molise non ci sono spazi liberi per fare politica. Riunirsi, discutere, approfondire, vedere film, documentari oppure allestire una mostra sono attività diventate praticamente impossibili, a meno che non si sia in grado di cacciare una bella quantità di danaro per affittare spazi privati o spazi pubblici dati in gestione ai privati. La cosa non si nota, poiché sembra che gli unici che si debbano riunire per discutere siano gli incravattati di partito, i quali hanno già le loro sedi (pagate dai noi) ma il problema per tutt* coloro che vogliono fare politica al di fuori dei partiti esiste e potete immaginare che non sia di poco conto. Se già è difficile fare attività politica in Molise, per i soggetti non partitici di movimento a causa delle condizioni socio-culturali, figuriamoci quando non si ha nemmeno un luogo dove potersi riunire per portare avanti l’attività politica quotidiana.
Noi come redazione quest’anno abbiamo avuto una difficoltà estrema nel trovare un posto dove poter fare l’Altrolibro, la rassegna di piccola editoria indipendente che due anni fa facemmo presso i “Grandi Magazzini Teatrali”. Tanto è che ancora non troviamo un posto gratuito o a prezzo politico dove poterla svolgere, la nostra non è mica un’attività commerciale eppure le difficoltà sono grandissime !
Se perfino noi che siamo fuorisede ci imbattiamo in questa problematica possiamo solo immaginare quanto tale impedimento comprometta l’attività politica dei movimenti presenti sul territorio. Questo emerse a chiare lettere il giorno del bilancio del primo anno di Tratturi quando militanti di diverse realtà giunsero alla conclusione che un ostacolo importante per lo svolgimento delle loro attività era proprio quello della mancanza di uno spazio libero, autogestito e accessibile liberamente da* militanti e da* cittadin*.
Ecco perché abbiamo deciso che, in questa fase nella quale spazi sociali di tutta Italia sono sotto attacco (proprio sabato scorso si è svolta una manifestazione in difesa dello spazio dell‘ex-colorificio di Pisa che è sotto sgombero), la cosa migliore potesse essere quella di riaprire la questione spazi sociali in Molise a partire dalle realtà che viviamo tutti i giorni nelle nostre città da emigranti.
Riprendiamoci il Molise, ripartiamo dagli spazi !
qui tutti gli articoli della nostra micro-inchiesta sugli spazi sociali
L’utilizzo degli spazi è questione annosa e si ripropone sempre negli stessi termini. All’origine del problema ci sono questioni generali e questioni più propriamente locali. Il dato generale è che la destra politica è ostile a tutte le forme di aggregazione giovanile,soprattutto di tipo culturale,perchè l’aggregazione comporta scambio di opinioni e di conoscenze e produce libero pensiero.Non a caso,fino agli ultimi anni bui,dominati dal pensiero unico,l’egemonia culturale in Italia è stata appannaggio della sinistra.Per quanto riguarda il Molise,ed in particolare la città di Campobasso,metto a disposizione del dibattito la mia esperienza di assessore alla Cultura,nella seconda metà degli anni novanta,che mi sembra un utile punto di partenza per la discussione.
Dunque,nella seconda metà degli anni novanta,mancavano,come oggi mancano,spazi per l’aggregazione giovanile e per svolgere attività culturali .Mancavano anche risorse,perchè l’aministrazione aveva ereditato 40 miliardi di debito dalla precedente gestione. L’associazionismo culturale reclamava a gran voce spazi per le sue attività,oltre,ovviamente risorse pubbliche per sostenerle. Furono fatti grandi sforzi,e l’amministrazione decise di tagliare temporaneamente sull'”effimero”,per investire in spazi che garantissero luoghi per le attività culturali anche in futuro. Si investì,per esempio,nella ristrutturazione dell’edificio ex OMNI,per un cinema non commerciale,per offrire spazi alle arti visive e ad una musica di qualità. Furono predisposti anche spazi nei quali le tante associazioni presenti in città potessero,con gli opportuni accordi,tenere i loro incontri e le loro riunioni. Altre risorse furono impegnate per costruire,accanto e in condivisione con la Sculoa Media Petrone, un centro culturale a disposizione dei cittadini. Il centro doveva contenere una Mediateca,trasformazione in chiave moderna di una delle Biblioteche comunali,un Teatro,dotato anche di camerini,di notevole capienza,e locali idonei ed attrezzati ad ospitare attività musicali per tutti gli strumenti,nonchè una sala di registrazione. Tutto questo fu realizzato tra le roboanti proteste degli amanti dellì”effimero”,di destra e di sinistra.
Che cosa è accaduto in seguito? Io non ho seguito nei dettagli,ma nelle linee generali mi è sembrato che quegli spazi siano diventati appannaggio esclusivo di alcune associazioni,e che il problema si riproponga negli stessi termini del passato. In conclusione la mia esperienza di amministratrice mi ha fatto rilevare che dal protagonismo e dall’individualismo che dominano la politica istituzionale nel nostro Molise non sia esente neppure l’Associazionismo Culturale,che difficilmente riesce a fare squadra,ad aprire una vertenza comune nei confronti dlle istituzioni. Le pochissime volte in cui ciò è avvenuto si sono ottenuti dei risultati,seppure parziali. Ma fare ciò comporta solidarietà e volontà di stabilire insieme regole comuni.
Discorso un pò diverso è quello che riguarda gli spazi di aggregazione giovanile,ma ciò attiene ai disegni politici generali,a come si progettano le città e a come quei progetti rispondano ai bisogni reali dei cittadini. Il fatto stesso che non ci sia una casa dello studente in un capoluogo di regione sede di diverse facoltà universitarie,la dice lunga sugli interessi ai quali rispondono i vari progetti o Master Plan per la città. Questi sono i problemi da affrontare non al momento delle elezioni,ma molto prima delle elezioni,in modo da costruire programmi realmente condivisi,rispondenti ai bisogni e nei quali i cittadini si riconoscano davvero.
Che dire, tutto quello che si doveva dire è stato detto in questo articolo.
Anche io come voi vivo, ormai da anni lontano dal Molise,sono a Parma e sn uno degli occupanti di Art-Lab, uno studentato autogestito da noi student*/precar* che stufi dell istituzione universitaria che non da più un minimo di servizi agli studenti se non a pagamento…pensate che siamo la mensa di ateneo più cara d italia, per mangiare ci vogliono 8 euro…ma è nulla se si guardano i problemi legati agli alloggi e alle borse di studio ridicole. Art-lab è stato occupato con l intento di offrire un alternativa a tutt*,a tutt*quell* che credono nei diritti di genere , diritti di cittadinanza,in una democrazia che parta dal basso e senza filtri istituzionali.
Dopo l’occupazione di Art-lab devo dire che per me è cambiato molto..ho vissuto esperienze di lotta e ottenuto insieme a* comagn* ottimi risultati. Quello che sta succedendo in questi mesi a molti spazi occupati d Italia è abbastanza preoccupante basta guardare gli sgomberi di Bartleby e LAbas ex mercato sotto sgombero, Intifada empoli ex colorificio e diversi altri. Teniamoci ad ogni costo ciò che ci siamo guadagnati!
Il molise avrebbe davvero bisogno di un posto dove liberare le menti!!VOGLIAMO TUTTO, RIPRENDIAMOCI IL MOLISE
Alf