“Poveri africani” o rifugiati? Come un problema politico diventa questione umanitaria

IMG_1554Le proteste dei richiedenti asilo fuggiti all’inizio del 2011 dal Nord Africa, e in special modo dalla Libia in guerra, sono esplose nei mesi scorsi un po’ in tutta Italia*. Mercoledì scorso, anche i richiedenti asilo che vivono da più di un anno in vari paesi del Molise, della cui situazione abbiamo scritto più volte, hanno manifestato davanti alla Prefettura di Campobasso.

È imbarazzante il modo in cui ieri la stampa molisana ha trattato della questione**. Tanto per cominciare, i titoli e gli articoli parlano di “immigrati” o di “extracomunitari”: anche volendo trascurare il fatto che “extracomunitario” è un termine discriminatorio (i giornali parlerebbero mai di “extracomunitario” in riferimento ad un cittadino statunitense? Eppure “extracomunitario” vuol dire letteralmente “cittadino di un paese fuori dalla comunità europea”), i giornalisti sono male informati, perché chi ha manifestato sono più propriamente dei richiedenti asilo. Leggi tutto ““Poveri africani” o rifugiati? Come un problema politico diventa questione umanitaria”

Storia di ordinaria emergenza

Emergenza, emergenza, emergenza! Pubblichiamo di seguito un resoconto della cosiddetta emergenza immigrazione che ha visto protagonista anche la nostra regione. Non possiamo però esimerci dal fare alcune valutazioni. Ancora una volta la logica emergenziale propone esperimenti politici di controllo che si appoggiano sulla sospensione delle regole democratiche. Non solo, ma in nome dell’emergenza vengono creati mostri giuridici e istituzionali che applicano un vero e proprio controllo totale sui corpi e – perché no – sulle menti di soggetti che vengono classificati come soggetti da reprimere. L’emergenza, ormai, diventa l’unica regola e si attesta come fonte stessa di diritto. Un diritto distorto, forse distopico, che permette repressione ed esclusione indiscriminata. Leggi tutto “Storia di ordinaria emergenza”

Il limbo dei richiedenti asilo

In questo caldo agosto molisano, tra sagre e feste di paese, capita talvolta di imbattersi in una serata in cui, accanto alla pizza di grandinio, si mangia pure il cous cous, al suono di percussioni africane – di questa inconsueta serata, e delle sue contraddizioni, avevamo parlato in un precedente post: http://tratturi.noblogs.org/2011/08/08/pizza-di-grandinio-spaghetti-di-riso-e-cous-cous ) Già, perché insieme agli americani di ritorno per qualche settimana al paese natio, in Molise puoi trovare quest’anno anche qualche africano non proprio in viaggio di piacere, bensì fuggito da un paese in guerra, la Libia.

Fuggiti da quella guerra alla quale anche il nostro paese partecipa, in barba all’articolo 11 della Costituzione (con il beneplacito del suo garante, Napolitano) e per fini economici, molto meno alti e nobili di quelli ufficialmente dichiarati. L’Italia tra l’altro torna per la seconda volta in Libia, senza mai aver fatto i conti con il proprio passato coloniale, completamente rimosso dalle nostre coscienze e dai libri di storia.

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Presidio al C.I.E. di Campochiaro – Report

“Pour les sans-papier,

sans logement,

sans travail,

sans droits,

sans égalité liberté fraternité”

Compagnie jolie môme

 

(Per i clandestini, senza alloggio, senza lavoro, senza diritti, senza uguaglianza libertà fratellanza)

 

Campochiaro, 9/4/2011–  Al presidio di solidarietà indetto dalla CGIL per i migranti trasferiti da Lampedusa ci sono una quarantina di persone, alcune in rappresentanza di associazioni quali “Primo marzo” e “Libera”.

Quaranta persone venute per mostrare il Molise che accoglie e per vedere di persona le condizioni in cui i migranti si trovano a vivere qui a Campochiaro da martedì 5 aprile. Leggi tutto “Presidio al C.I.E. di Campochiaro – Report”

Documento politico per la chiusura dei centri di espulsione nel Molise e in tutta Italia

 

 

 

I tempi della politica sono imprevedibili. Non ci è dato, infatti, poter stabilire i tempi in cui gli effetti, seguendo le cause, si manifesteranno. Possiamo tuttavia scorgere nello svolgimento storico degli eventi quelle che sono le tendenze fondamentali. Ecco perché possiamo parlare, a ragione, di manifestazioni “ricorrenti”. Se così non fosse, ci troveremmo senza la famosa bussola che ci permette di orientarci coscientemente piuttosto che brancolare in balia di fenomeni slegati fra loro.

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