Il Molise come non l’avete mai visto

Nell’ultimo post abbiamo parlato del rapporto pubblicato recentemente da Sbilanciamoci!, che prova a dare un quadro del livello di benessere raggiunto dalle regioni italiane sulla base del Quars, un indice alternativo al PIL, ideato appositamente per misurare la “Qualità dello sviluppo regionale”. In altre parole, il Quars tenta di dare conto di una serie di fattori che “fanno” la qualità della nostra vita, di cui il PIL non tiene conto, come la salute delle persone e dell’ambiente, l’uguaglianza e la giustizia sociale, il livello culturale e di istruzione, la garanzia di diritti per tutti/e.

Appena il rapporto è uscito, siamo andati subito a guardare i dati relativi al Molise: quella che segue ne è una sintesi, mentre qui accanto trovate il grafico “a ragnatela” che esemplifica i risultati ottenuti dalla nostra regione.Il Molise si trova, come le altre regioni del Sud, nella parte bassa della classifica generale, anche se è la prima tra le regioni meridionali, con un quattordicesimo posto e un Quars (-0,20) appena sotto lo zero*. Questo risultato relativamente positivo può essere dovuto al “primato” delle piccole regioni nel garantire il benessere di cui parlavamo nell’articolo precedente.

Andando ad esaminare i risultati nelle singole dimensioni, sorprendono forse i buoni posizionamenti del Molise nell’ambito di Istruzione e cultura e Diritti e cittadinanza, dovuti, tra le altre cose, ad uno scarso abbandono scolastico e ad un’elevata partecipazione alla scuola superiore. Per tutte le altre dimensioni che “fanno” il benessere e la qualità della vita in una regione, il Molise registra indici di Quars di segno negativo, quindi al di sotto della media nazionale. Per la dimensione ambiente, lo scarso inquinamento non è accompagnato da serie politiche ambientali da parte degli enti locali. Nella nostra regione sono molto scarse anche le politiche per una reale parità dei diritti di donne e uomini e le disparità si vedono chiaramente nell’accesso al lavoro e alla politica. Infine, la situazione del lavoro è preoccupante, con un’ampia quota di lavoro precario e irregolare e una povertà crescente delle famiglie.

Ma vediamo ora i dati più interessanti per ognuna delle dimensioni considerate dalla ricerca.

Per quanto riguarda l’AMBIENTE, il Molise ottiene un quindicesimo posto e un Quars di segno negativo perché, nonostante i dati segnalino uno scarso inquinamento (bassa densità della popolazione, emissioni minime ecc.), manca quasi del tutto una politica ambientale:

  • la raccolta differenziata è ferma al 10% sul totale dei rifiuti (fa peggio soltanto la Sicilia);
  • la mobilità ha un elevato impatto ambientale;
  • l’indice che Legambiente usa per misurare le politiche ambientali degli enti locali è fermo a quota 12 (su un massimo di 100 raggiunto dal Trentino);
  • la percentuale di aziende biologiche è sotto l’1%.

Anche per ECONOMIA E LAVORO il risultato è molto al di sotto della media nazionale (quattordicesimo posto, Quars -0,54). I dati mostrano una situazione preoccupante:

  • il 27,2% dei lavoratori ha un lavoro precario o irregolare: la situazione è peggiore solo in Basilicata e Calabria (interessante peraltro notare come Sbilanciamoci! abbia deciso di accomunare, in questo dato, la condizione lavorativa precaria a quella irregolare, perché, come si afferma nell’introduzione, il lavoro sommerso è da considerare la fonte principale di precarietà e violazione dei diritti dei lavoratori);
  • il 16% delle famiglie è in condizioni di povertà relativa, contro una media nazionale del 12%;
  • il tasso di disoccupazione, pari alla media nazionale, è comunque abbastanza alto: 8,2%.

Nell’ambito della SALUTE (quattordicesimo posto, -0,29), ci distinguiamo per un’elevata migrazione ospedaliera, secondi solo alla Basilicata.

 Ancora una posizione molto al di sotto della media per quanto riguarda le PARI OPPORTUNITA’ (sedicesimo posto, -0,59), dovuta a dei dati che parlano da soli:

  • 13,7 posti negli asili ogni 100 bambini, a fronte del doppio degli asili in Emilia Romagna;
  • poco meno di un consultorio ogni 40mila abitanti, mentre la legge ne prevede uno ogni 20mila;
  • disparità di genere nell’accesso al lavoro: 25 punti di differenza tra il tasso di attività della popolazione femminile e maschile;
  • disparità di genere nell’accesso alla politica.

Per la dimensione PARTECIPAZIONE siamo al 16esimo posto (-0,52): i molisani sono scarsamente attivi nella società civile e nel volontariato e poco portati ad andare a votare, e inoltre leggono pochi quotidiani.

Per quanto riguarda la dimensione DIRITTI E CITTADINANZA, il Molise si posiziona invece ad uno stupefacente quinto posto nella classifica delle regioni (Quars +0,38). Un risultato dovuto ad una serie di dati positivi:

  • bassissimo numero di sfratti;
  • abbandono scolastico di 4 punti al di sotto della media nazionale;
  • buona integrazione dei migranti (secondo l’indicatore elaborato da Sbilanciamoci! che tiene conto del numero di ricongiungimenti familiari, dell’inserimento scolastico dei minori e dell’attrattività del territorio)

Di contro, però, ben il 40% degli intervistati da un’indagine ISTAT dichiara difficoltà a raggiungere i servizi essenziali.

Il Molise è nella parte alta della classifica anche per quanto riguarda ISTRUZIONE E CULTURA (sesto posto, +0,39). Ecco qualche dato:

  • innanzitutto un dato ISTAT secondo il quale in regione ci sarebbero 43 biblioteche pubbliche ogni 100mila abitanti; il che, a conti fatti, significherebbe una biblioteca per ogni comune (solo la Val D’Aosta avrebbe più biblioteche di noi): il dato evidentemente non rispecchia la realtà, fatta di poche biblioteche fornite e funzionanti concentrate nel capoluogo;
  • una elevata partecipazione alla scuola superiore, al di sopra della media nazionale;
  • una spesa delle famiglie per la cultura semplicemente irrisoria, la più bassa d’Italia (1,6€ l’anno);
  • un saldo migratorio studentesco negativo (-47%).

 

* Nel post precedente, abbiamo spiegato che il risultato di ogni regione è espresso in relazione alla media nazionale: un Quars di segno negativo (da 0 a -1) è al di sotto della media, uno di segno positivo (da 0 a +1) è al di sopra di essa.

Qualche approfondimento:

Articoli correlati:

Si fa presto a dire decrescita (la lettera aperta di alcuni attivisti/e molisani);

L’Italia come non l’avete mai vista (parte prima)