Fuga dai Lager

Postiamo un breve video. Si tratta di un’intervista a due giovani tunisini scappati dal C.I.E. di Santa Maria Capua Vetere, la caserma “Andolfato”, dove sono rinchiusi molti migranti deportati da Lampedusa.

Fuga da un lager chiamato C.I.E.

I C.I.E. sono lager e vanno chiusi!

Non esiste nessun rispetto di ogni fondamentale diritto, non esistono cure mediche, né accettabili condizioni sanitarie.

VOTARE FUORISEDE E’ POSSIBILE!

Quanti di noi, studentesse, studenti, lavoratori e lavoratrici fuorisede, ogni volta che vogliono votare sono costrett* a rinunciare a degli impegni di studio e di lavoro e ad imbarcarsi in viaggi costosi e transoceanici?

Quante volte abbiamo rinunciato per questo al nostro diritto di voto?

Ma questa volta, raggiungere il quorum al referendum del 12 e 13 giugno è troppo importante! Non possiamo rinunciare a decidere sulla gestione dei beni comuni e far fallire un referendum che ha visto una tale partecipazione popolare fin dalla raccolta firme. Qualcun altro ha già provato a scipparci questo diritto!

Votare fuorisede è possibile! Basta iscriversi a questo link http://www.referendumacqua.it/voto-fuori-sede.html e si può diventare rappresentante dei promotori; in questo modo si può votare nel proprio luogo di studio o di lavoro. C’è tempo fino al 5 giugno, affrettatevi!

La redazione transumante di tratturi augura buon voto fuorisede a tutt*!

NUCLEARE: MORTO UN BUSINESS SE NE FA UN ALTRO?

La notizia dell’imminente abrogazione delle disposizioni relative alla costruzione di nuovi impianti nucleari scatena una tempesta mediatica; il quotidiano gossipparo laRepubblica, i cui giornalisti vivono da anni nelle mutande del Presidente del Consiglio, avalla una lettura del provvedimento in chiave anti-referendaria: una mezza vittoria quindi, il cui prezzo però sarebbe il rischio quorum per i referendum sull’acqua e sul legittimo impedimento.

La realtà è un po’ più complessa: l’emendamento al decreto abrogativo prevede infatti che entro dodici mesi il governo dovrà elaborare una nuova strategia per l’approvvigionamento energetico, che potrà ovviamente tenere conto anche del nucleare. Gli interessi in campo restano, comunque, ben più ampi di quanto traspaia dal dibattito politico. Leggi tutto “NUCLEARE: MORTO UN BUSINESS SE NE FA UN ALTRO?”

Documento politico per la chiusura dei centri di espulsione nel Molise e in tutta Italia

 

 

 

I tempi della politica sono imprevedibili. Non ci è dato, infatti, poter stabilire i tempi in cui gli effetti, seguendo le cause, si manifesteranno. Possiamo tuttavia scorgere nello svolgimento storico degli eventi quelle che sono le tendenze fondamentali. Ecco perché possiamo parlare, a ragione, di manifestazioni “ricorrenti”. Se così non fosse, ci troveremmo senza la famosa bussola che ci permette di orientarci coscientemente piuttosto che brancolare in balia di fenomeni slegati fra loro.

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cronache dal nuovo mostro giuridico italiano: il CAI

nella ex caserma di santa maria capua vetere continua la detenzione dei migranti e delle migranti magrebin*!

sono scaduti da tempo i termini dei fermi di polizia, a queste persone non viene contestato nessun reato, eppure continuano ad essere detenuti nell’ennesimo prodotto dello “stato di eccezione”, ormai sempre più normale, che sospende ogni minima garanzia di diritti civili: il CAI, centro di accoglienza ed espulsione. L’ossimoro è troppo visibile per essere menzionato.

La notte fra il 10 e l’11 aprile, in seguito a dei tentativi di evasione, ci sono stati selvaggi pestaggi da parte delle forze di polizia. Agli avvocati che si sono mobilitati non è stato nemmeno permesso di accedere all’ospedale per visionare i referti medici dei migranti ricoverati.

Le realtà anti-razziste di Napoli e Caserta hanno indetto un presidio presso l’ex-caserma di Santa Maria Capua Vetere per il

14 APRILE ALLE ORE 11.

Contro la militarizzazione del territorio, cittadinanza per tutt*

Clandestino: de prisa de prisa! La tendopoli a Campochiaro, le stragi dell’Occidente

Il mediterraneo è anche qui: in una regione adriatica, pochi chilometri di costa, tante montagne, tanto cemento. Da Lampedusa sono arrivati 250 migranti, che sono stati “sistemati” in una tendopoli allestita nei pressi di Campochiaro. La tendopoli verrà gestita dalla protezione civile e dai vigili del fuoco, nonché dalla associazione umanitaria “connecting people”.

Tutto procede per il meglio. Anche l’associazione “connecting people” esprime soddisfazione dalle colonne del suo sito ufficiale  per la direzione presa dal governo e per la decisione di concedere permessi di soggiorno provvisori ai migranti. Peccato, però, che le tende blu, che abbiamo imparato a conoscere fin dai tempi del terremoto all’Aquila, richiamino alla mente più la militarizzazione del territorio che l’accoglienza; allo stesso tempo le reti, i cancelli, i lunghi e alti muri, sembrano farci pensare alla detenzione forzata, piuttosto che alla libertà di movimento e di circolazione. Leggi tutto “Clandestino: de prisa de prisa! La tendopoli a Campochiaro, le stragi dell’Occidente”

Immigrati, per favore, non lasciatemi sola con i Castropignanesi

Un pezzo al volo sulla scia del primo marzo, in attesa dell’inchiesta sui migranti di Campobasso che stiamo preparando…

 

Il mio paese, Castropignano, conta 1045 abitanti. Ma è un dato falso, perché di quei mille, molti hanno conservato la residenza in paese ma vivono fuori.

Quest’anno sono nati 6 bambini/e (è un record) e sono morte 16 persone. Almeno la metà delle case del paese sono vuote.

La scuola rischia di chiudere.

 

 

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LA LENTA AGONIA DEL CAPITALE

di Paolo Di Lella

Erano quasi riusciti a farcelo credere: la storia era finita, il capitalismo, con generale soddisfazione, costituiva la forma definitiva dell’organizzazione sociale, solo alcuni incurabili sognatori agitavano ancora lo spettro di non si sa quale diverso futuro. Lo spettacolare terremoto finanziario dell’Ottobre 2008 ha spazzato via di colpo questo castello di carte. A Londra, il Daily Telegraph scrive: “Il 13 ottobre 2008 resterà nella storia come il giorno in cui il sistema capitalistico britannico ha riconosciuto il suo fallimento”. A New York, davanti a Wall Street, i manifestanti brandiscono cartelli con la scritta: “Marx aveva ragione!”. A Francoforte, un editore annuncia che la vendita de Il Capitale è triplicata. A Parigi, una nota rivista, in un dossier di trenta pagine, analizza, a proposito di colui che si diceva definitivamente morto, “i motivi di una rinascita”. La storia si riapre…

(tratto da “Penser avec Marx aujourd’hui” del filosofo Lucien Sève)

Abstract:

Già da qualche anno, ormai, all’ordine del giorno delle principali fonti informative c’è la cosiddetta “crisi economica (o finanziaria) internazionale”.

La maggior parte dei cittadini mediamente informati, alla domanda “che cos’è la crisi”, probabilmente risponderebbero in maniera estremamente variegata, poiché, oltre a trattarsi di un argomento obbiettivamente complesso, la confusione propinata dai giornali e dalla televisione è totale. O meglio: viene detto tutto e il contrario di tutto.

I fantocci del neo-liberismo hanno, in un primo momento, provato a sostenere che si trattasse di un semplice “incidente di percorso”, salvo poi, di fronte all’evidenza, ammettere l’intensità e la pervasività del fenomeno. Da qui il tentativo di ridurre la crisi dell’intero sistema produttivo, a crisi della finanza. Questo tentativo riduzionista ha un preciso scopo ideologico: mettere sotto la lente critica soltanto l’apparenza, celando l’ingranaggio strutturale.

Questo articolo, lontano da ogni pretesa di trattazione specialistica del problema, tenta di superare alcuni dei pregiudizi caratteristici della letteratura economica “classica”, attraverso la riproposizione di alcuni concetti-chiave della critica economica marxista.

Il paragrafo introduttivo è dedicato a una breve descrizione della bolla speculativa; nel secondo si tratta di ciò che avviene quando quest’ultima esplode. Con il terzo paragrafo si entra nel vivo della crisi, e attraverso lo strumento della critica marxiana del capitalismo, si tenta di abbozzare le cause fondamentali delle “grandi crisi” economiche. Infine il quarto e il quinto parag. trattano rispettivamente di come l’imperialismo nostrano abbia affrontato il problema e di quali siano le prospettive (rivoluzionarie) per uscirne. Una volta per tutte. Leggi tutto “LA LENTA AGONIA DEL CAPITALE”

Acqua pubblica / Contro il nucleare. Incontro a Campobasso

Riceviamo e pubblichiamo, con un appello: fuorisede di tutto il mondo, ricordate di prenotare il viaggio per andare a votare SI il *12 giugno*!!

(*A meno che non riusciamo ad ottenere l’accorpamento del referendum alle elezioni amministrative il 16 aprile)

Nucleare? no grazie!

MERCOLEDI’ 23 MARZO 2011

 

ORE 18
CAFFETTERIA MORELIA
VIA M. BOLOGNA, 15
CAMPOBASSO
 

 


 

 

Incontro pubblico

 

 

VOTA SI

PER L’ACQUA PUBBLICA E CONTRO IL NUCLEARE

INTERVENGONO
NICOLA SIMONETTI, COMITATO REFERENDARIO 2 SI’ PER L’ACQUA BENE COMUNE MOLISE
VINCENZO MILIUCCI, REFERENTE NAZIONALE COMITATO “VOTA SI PER FERMARE IL NUCLEARE”
COMITATO REFERENDARIO 2 SI’ PER L’ACQUA BENE COMUNE MOLISE
Via M. Bologna, 15
86100 Campobasso

Telefono: 389 8924361
Comitati referendari nazionali:

http://www.acquabenecomune.org/

Roma. La città in mano alle forze armate

Dal bombardamento mediatico all’esercito nelle città: come costruire la paura per giustificare la sempre maggiore militarizzazione delle nostre città. Il caso di Roma.

I media italiani hanno una vera e propria passione per le notizie di criminalità. Seguono le vicende in maniera morbosa, cercano dettagli pruriginosi o macabri, realizzano edizioni speciali di trasmissioni interamente dedicate all’ultimo delitto. È una situazione unica in Europa: il Tg1 dedica a cronaca e costume fino al 12% dell’edizione serale, contro il 2% di ARD, Germania, e il 3% di France 2, Francia, e BBC1, Inghilterra (dati Demos). Per spiegare questi dati c’è chi insiste sulla differenza del nostro retroterra culturale rispetto a quello degli altri paesi presi in analisi, chi invece sul fatto che in Italia il tasso di criminalità sia realmente maggiore rispetto al resto d’Europa. Sono motivazioni superficiali che non hanno effettivo riscontro con i dati: l’Italia è uno dei paesi più sicuri d’Europa e del mondo, con un tasso di omicidi bassissimo e Roma, in particolare, secondo dati del 2006, risulta addirittura la capitale con meno omicidi del mondo, con 0,9 delitti ogni 100mila abitanti (dati Comune di Roma, anno 2006), contro 4.7 di Amsterdam (wikinotizie, 22 novembre 2006).

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