Generazione stage / esercizi di memoria studentesca

Ovvero di come, riforma dopo riforma, sono riusciti a trasformarci in una generazione di precari complici del proprio sfruttamento e innamorati del lavoro gratuito.

Sommario – Attraverso il racconto della mia/nostra storia, questo articolo parla di come le riforme scolastiche di fine anni ’90 (autonomia scolastica, riforma dell’esame di stato, riforma dell’università), al di là dei cambiamenti pratici che hanno introdotto nella scuola, hanno influito su di noi soprattutto attraverso la penetrazione di un nuovo linguaggio e di una nuova cultura del lavoro, della formazione e del loro reciproco rapporto.

Gli effetti materiali di questo sottile indottrinamento, vestito dei panni apparentemente neutri dell’Orientamento, dello svecchiamento della scuola e dello “stare al passo coi tempi”, si vedono oggi che io e i miei compagni/e iniziamo ad entrare in massa nel meraviglioso mondo del lavoro precario.

Sul mercato del lavoro, infatti, la nostra estrema disponibilità al lavoro gratuito (stage, tirocini, servizio civile, pseudo-volontariato…) abbassa continuamente il potere contrattuale di tutti i lavoratori e le lavoratrici.

Oltre a questo cambiamento culturale e di linguaggio, le riforme di fine anni ’90 introducevano più che altro delle nuove possibilità per le scuole (le scuole “possono” ricevere finanziamenti privati, le scuole “possono” prevedere stage formativi in azienda ecc.). A fronte dell’ira funesta del movimento studentesco (una delle occupazioni più lunghe della storia del liceo scientifico Romita, finita con 6 denunce), i nostri presidi e insegnanti ci dicevano di non fare tanto casino per nulla, che tanto non sarebbero mai state attuate. Oggi, dopo 10 anni di tagli, tutto inizia ad assumere una luce più sinistra…

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ce n’est qu’un debut! Cronache dalla Francia in lotta

Da un mese e mezzo circa in Francia assistiamo a imponenti proteste popolari contro il progetto di riforma delle pensioni del Governo Sarkozy: si tratta del tentativo, che risale al lontano 1992, di trasformare il sistema pensionistico francese da retributivo a contributivo, e di innalzare l’età pensionabile a 65 anni, fissando la pensione d’anzianità a 67. La riforma ha l’obiettivo di tagliare drasticamente le pensioni della classe lavoratrice: un regime contributivo, infatti, a differenza di quello retributivo, lega la pensione non all’ultima busta paga percepita ma ai contributi versati; si calcola che ciò comporti la riduzione della pensione dall’80% al 60% circa dell’ultima busta paga percepita. L’aumento dell’età pensionabile ha lo stesso scopo, evidente, nella misura in cui costringe a versare più contributi, lavorare più a lungo, percepire una pensione più bassa, oltretutto riducendo le possibilità di occupazione giovanile. Leggi tutto “ce n’est qu’un debut! Cronache dalla Francia in lotta”

22 ottobre, Tolosa: la retraite c’est une affaire des jeunes!

Paese bizzarro, la Francia, in cui studenti quindicenni o ventenni si mobilitano in massa per una questione che potrà riguardarli direttamente solo tra più di una quarantina d’anni. “La retraite c’est notre affaire!” sottolineano i volantini dei sindacati studenteschi. Ad oggi, più di 30 università su 83 e 600 licei in tutto il paese sono mobilitati, secondo i dati dei sindacati studenteschi. Secondo un sondaggio riferito da Le Monde, il 73% dei giovani sostiene la mobilitazione contro la riforma delle pensioni. Leggi tutto “22 ottobre, Tolosa: la retraite c’est une affaire des jeunes!”

21 ottobre, Lione: lotte e scontri in piazza

Un’ altra giornata di proteste e scontri a Lyon: i lavoratori del settore dei trasporti hanno deciso di continuare lo sciopero, poco più della metà dei mezzi disponibili, sarà garantito al 70%.

Dalla raffineria di Feyzin, i lavoratori non fanno uscire carburante e hanno rinnovato lo sciopero fino alla prossima riunione generale di domani. Il personale si mobilita in attesa di istruzioni da parte dei sindacati nazionali. Leggi tutto “21 ottobre, Lione: lotte e scontri in piazza”

20 ottobre, Parigi: Tolbiac occupata!

Da questa mattina il Centre Mendez France della Sorbona nel tredicesimo arrondissement, la struttura dove si tengono i corsi dei primi anni e dunque quella che accoglie il maggior numero di studenti, è occupato. La maggior parte di chi arriva in facoltà si infila direttamente nell’enorme anfiteatro N, dove si discute come continuare la protesta mentre gruppi di studenti bloccano gli ascensori perché i corsi non possano iniziare nemmeno nelle aule. Leggi tutto “20 ottobre, Parigi: Tolbiac occupata!”

Licenziamenti, precarietà: questa è la loro civiltà!

Un padre e una madre giovani, un bambino appena nato: è il ritratto ufficiale della Famiglia, il feticcio adorato e intoccabile, eterno, del nostro Paese, quello in nome del quale le forze politiche – dalla Lega, al Pdl, ai finiani comecazzosichiamano, all’UDC, all’MPA, al PD, all’IdV – muovono una guerra quotidiana ai diritti degli e delle omosessuali, delle donne, dei single, di chiunque non accetti l’ordine “naturale” delle cose. Leggi tutto “Licenziamenti, precarietà: questa è la loro civiltà!”

Sorrisi precari

Cercare di essere disponibili. Estremamente disponibili. In uno strano limbo, dove il confine tra disponibilità e sottomissione è labilissimo. E poi sorridere. Sorridere sempre.

Si chiama, tecnicamente, “parasubordinazione”: trattasi di un tipo di rapporto con caratteristiche intermedie tra il lavoro subordinato e quello autonomo. E’ una forma di collaborazione svolta in maniera continuativa, collegata con la struttura organizzativa del datore di lavoro. Sono considerati lavoratori parasubordinati i lavoratori a progetto, i collaboratori occasionali, i somministrati, le partite IVA, i tirocinanti, gli stagisti, i lavoratori con contratti di formazione e le mille altre tipologie di lavoratori considerati “atipici”. Così tanti e così diversi da porre innanzitutto un problema di identità, di riconoscimento di una storia comune collettiva. Che però esiste, perché alcune caratteristiche accomunano per intero questo universo, spacciato come “lavoro flessibile”…

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