CONTRO IL LAVORO GRATUITO, again

Ho già scritto in passato su questo blog di stage, tirocini e tutte le altre merdate che hanno inventato per farci lavorare gratis.

Dell’impatto che questo ha nel peggiorare le condizioni di lavoro di tutti e tutte.

Della nostra sconcertante incapacità di rendercene conto.

In quel post la domanda che mi angosciava era soprattutto “come abbiamo fatto a diventare così”, per cui mi sono lasciata andare a un pippone di svariate pagine su come la nostra generazione, fin dalle scuole medie, sia stata addestrata a pensare che se lavori, sei tu che devi dire grazie a chi ti fa lavorare piuttosto che il contrario.

Sono quasi certa che nessuno sia arrivato in fondo a leggere quel post chilometrico (e ha fatto male, sia chiaro: i miei ricordi del liceo, tra l’altro, sono molto interessanti).

Comunque, se oggi voglio dare una rinfrescatina all’argomento, è perché sono molto molto molto incazzata.

Storia numero uno. La mia amica C. ha appena perso il lavoro. Ha lavorato per alcuni mesi in una certa piccola impresa culturale di “compagni” qui a Bologna (impresa che non cito solo perché se vuole sputtanarli, sarà lei a deciderlo). Dopo di che, col cuore spezzato e facendole un sacco di complimenti per il lavoro svolto e per il progetto, peraltro anche redditizio, che aveva avviato, i suoi datori di lavoro le hanno detto che non potevano rinnovarle il contratto. Purtroppo, si erano appena impegnati in un altro investimento che non sapevano quando avrebbe incominciato a rendere. Poverini.

L’ultima settimana, i derelitti datori di lavoro le hanno chiesto di insegnare il lavoro a una studentessa di lettere di 22 anni. E’ una tirocinante che lavorerà 150 ore per poi essere rimpiazzata da un’altra, e poi da un’altra e poi da un’altra. (Questo sì che è spirito imprenditoriale!)

Questa ragazza trovava del tutto normale lavorare gratis e anzi pensava di aver fatto una cosa molto furba per la sua formazione. Il sospetto di aver fatto sparire un posto di lavoro non sfiorava nemmeno da lontano il suo flessibile e moderno cervello. (Questo sì che si chiama inserimento nel mondo del lavoro!)

Storia numero due. La mia amica F. proprio ieri ha mandato un preventivo per un piccolo lavoro di ufficio stampa a una nota associazione di promozione sociale di Bologna. Anche qui, non faccio nomi. Il suo preventivo, inferiore di circa la metà rispetto alle tariffe minime (sottolineo: minime) previste dall’ordine dei giornalisti, è sembrato spaventosamente alto: un’altra ragazza infatti aveva presentato un preventivo pari a 300 euro per un anno. Non so cosa pensa di fare questa giovane donna con 300 euro a fronte di un lavoro che, ad essere ottimisti, può impegnare 300 ore in un anno. Chissà, magari anche lei pensava più al guadagno in termini di formazione che di soldi. Perchè non lavoriamo mica per il vile denaro, noi… E poi, di questi tempi, mica male un euro l’ora, eh?

Però peccato che chi non ha dei genitori che riempiono la sua poste pay di vile denaro debba privarsi di tali e tante occasioni formative!

E peccato che quando poi hai finito di “formarti”, il lavoro non lo trovi lo stesso perché altre che ancora pensano di doversi formare sono lì che lavorano gratis.

E peccato che mentre tu ti formi e non pensi al vile denaro, un’impresa comunque guadagna sul tuo lavoro gratuito.

Quanto tempo ci metteremo a capirlo?

Nel frattempo che mi incazzavo, mi è anche arrivata un’altra fantastica notizia. Allo sperimentale di Campobasso, ancora oggi le ragazze (solo le femmine e solo quelle magre, ovvio) vengono spedite a fare le hostess nei convegni in cambio di crediti formativi per l’esame di stato. L’inizio di questa vergogna che hanno il coraggio di definire “esperienza formativa” fu quando io ero ancora al liceo, e ne ho parlato nell’altro post che non avete letto.

Questo tanto per dire che l’addestramento al lavoro gratuito comincia quando sei ancora minorenne. E se poi ci metti anche un tocco di sessismo, ancora meglio. Tanto lo sappiamo come va il mondo, meglio impararlo da piccole, no?

To be continued…

Alessia Acquistapace