L’intervento di Dario Urbisci del Comitato molisano No-Debito all’assemblea FIOM

 

A Termoli si è svolta un’assemblea della Fiom in vista del prossimo sciopero generale del settore metalmeccanico di venerdì 9. L’iniziativa è stata molto partecipata. Numerosi gli interventi: da Stefania, delegata FIOM e operaia della Fiat Powertrain, a Jacopo Di Donato, coordinatore regionale dell’Uds, passando per le testimonianze di due compagne di Pomigliano in cassa integrazione da diversi mesi. Queste ultime particolarmente toccanti: “descrivere il lavoro alla linea di montaggio è impossibile, si può soltanto provare…” così ha aperto una delle due compagne che ha parlato di quanto sia alienante il lavoro in fabbrica. L’altra compagna si è scagliata contro il marchionismo e ha posto l’accento sulla particolare condizione delle donne, sfruttate due volte perché vittime di una beffarda discriminazione: “la gravidanza significa l’impossibilità di raggiungere i premi
produttivi”. Riportiamo di seguito, l’intervento integrale di Dario Urbisci per conto del Comitato molisano No-Debito.

“Care Compagne e Cari Compagni…Lavoratori della FIOM,

Porto a questa assemblea il saluto e la solidarietà del Comitato molisano NO DEBITO…

Questo nella consapevolezza che abbiamo della necessità di unificare, proprio in questa fase di crisi economica profonda, tutte le lotte politiche e sindacali a partire dalla resistenza operaia di Pomigliano e Mirafiori fino ad arrivare alla battaglia di popolo in atto in queste ore, contro la devastazione del territorio  per il profitto, in Val Susa grazie al movimento NO TAV…

Con queste parole siamo più che convinti del fatto che solo l’unità reale delle forze antagoniste e antisistema, dei lavoratori con gli studenti – e ringraziamo l’UDS perché è con noi – può essere attivamente la giusta condizione per affiancarci ai lavoratori metalmeccanici nella “battaglia delle battaglie”: quella della FIOM contro l’arroganza della FIAT e del suo amministratore delegato…

La crisi del debito in Europa impone, dal punto di vista della classe dominante, tutta una serie di misure restrittive…sacrifici senza fine, cancellazione dei diritti, tagli ai servizi pubblici fondamentali, privatizzazione dei beni comuni…decurtazione di stipendi, salari e pensioni…disoccupazione di massa…

Sono queste le politiche di austerità messe in atto dal governo Monti per sottostare alla volontà della BCE e dei paesi “forti”…

Lo stato deve onorare i suoi debiti si dice…niente mostra meglio il divario che esiste tra stato e masse popolari: il parametro di riferimento oggi è l’oscillazione dello spread e non più il potere d’acquisto delle famiglie…

La pressione nei confronti dei lavoratori è notevole, dopo tre anni di recessione senza via d’uscita, si ridiscute della inevitabilità di cancellare l’articolo 18 mentre nel 2011 le imprese hanno dichiarato profitti record e la stessa FIAT con Chrysler ha avuto una performance del +26% nonostante il calo nella produzione delle utilitarie…

Dal 2008 sono stati espulsi dal mondo del lavoro 400mila italiani. Secondo Confindustria con un calo dell’1,6 del P.I.L. a fine anno saranno oltre un milione i posti di lavoro cancellati…

E’ evidente che non possiamo più accettare le regole che offre questo sistema. Dall’assemblea del primo Ottobre scorso a Roma la parola d’ordine è stata: uscire dalla logica del profitto e della compatibilità…

Ma per concepire questo è indispensabile la massima coesione dei soggetti in campo e non si tratta di discutere con quali forme: default pilotato, debito legittimo o illegittimo, insolvenza sociale…il problema è che non  possiamo separare la finanza dalla produzione e che siamo ancora più persuasi che le dinamiche della trasformazione sono a tutt’oggi imperniate nel conflitto tra capitale e lavoro…

Non riconoscere il debito pone il dilemma chi gestisce cosa…pertanto un tale approccio è strettamente collegato con la questione della nazionalizzazione delle banche, della finanza…dei settori chiave dell’economia…

In ultima analisi questa soluzione ci pone di fronte alla prospettiva futura della gestione economica dei grandi gruppi industriali e guardate, Compagni, la Grecia non è lontana!

Assistiamo diversamente a tutta una serie di fenomeni deplorevoli…questo governo beneficia del sostegno del Partito Democratico (entusiasta sostenitore delle liberalizzazioni), dell’IDV…Compagni, si predica quasi bene ma si razzola malissimo!

La stessa CGIL con l’accordo confederale del 28 Giugno capitola, purtroppo, al volontà falsamente risolutrice dei poteri forti…

Chiediamo al principale sindacato italiano più fermezza, più coraggio e di non isolare ulteriormente la FIOM  come avvenne col referendum a Pomigliano…

In un momento come questo, con queste condizioni economiche, non è facile scioperare; spesso non si hanno forti motivazioni. C’è disillusione e sfiducia…ma nella società lentamente matura una rabbia enorme…la consapevolezza che ci stanno fregando…l’audacia e l’affidabilità della direzione sindacale e fondamentale per la riuscita dei conflitti…per questo vi chiediamo maggiore determinazione nella difesa dei diritti storici del movimento operaio e meno compromessi…

E’ necessario mettere assieme tutti coloro che il manovratore lo vogliono disturbare, che vogliono costruire un’opposizione politica e sociale al governo Monti…un’opposizione che non venga meno, una volta che questo governo sarà uscito di scena, a sviluppare un programma alternativo non riconducibile agli interessi dei soliti noti…

Porteremo queste posizioni in tutte le mobilitazioni delle prossime settimane, a partire dallo sciopero generale di venerdì prossimo per arrivare all’appuntamento del 31 Marzo a Milano…insieme alla FIOM e a tutti i lavoratori!”