Non si fa cassa con l’aumento della tassa

Meno finanziamenti alle scuole e alle università pubbliche, più tasse per gli studenti: questa é la ricetta dei ministri Maria Stella Gelmini e Giulio Tremonti.

Gelmini? Tremonti? Ma non erano andati a casa, loro e tutto il governo Berlusconi? Sì, loro sono passati, ma la pessima riforma dell’istruzione rimane: la sta portando avanti il governo dei tecnici approvando uno dietro l’altro i decreti attuativi. Un’ulteriore conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, della continuità tra il ventennio berlusconiano e la parentesi(?) tecnica.

E la pessima riforma dell’istruzione sta avendo le sue conseguenze anche in casa Unimol, ancora una volta sulla pelle degli studenti e delle studentesse.

Venerdì 22 giugno gli studenti di Link-Collettivo 2k8 hanno convocato un’assemblea pubblica in piazza Municipio per esprimere tutta la loro contrarietà alle politiche di definanziamento e smantellamento dell’università pubbliche che anche l’Europa ci ha chiesto nella tristemente nota lettera di Draghi e Trichet; il collettivo ha denunciato che, a causa dei tagli, la maggior parte delle università sono costrette ad aumentare indiscriminatamente le tasse universitarie per far fronte alle spese per il funzionamento ordinario.

Lo ha fatto di recente anche l‘Università degli Studi del Molise, con una decisione scandalo che haaumentato di circa 300 euro l’importo della seconda rata, dando un preavviso agli iscritti di soli 15 giorni prima della scadenza di termini di pagamento. Questo aumento, insieme all’aumento dai 170 ai 200 euro della tassa regionale sul diritto allo studio, previsti nell’ex decreto 436 , ora decreto 86 , va a colpire soprattutto gli studenti con ristrette possibilità economiche, rendendo di fatto sempre più un lusso l’accesso agli studi. Per legge le entrate derivanti delle tasse non può superare il 20% del FFO (il fondo di finanziamento ordinario, ovvero i finanziamenti stanziati ogni anno dal ministero), ma secondo i dati del collettivo questo limite viene sforato dall’Unimol.

Dietro alla tanto sbandierata retorica di gelminiana memoria sul merito, portata avanti dal ministro Profumo, si nasconde in realtà la volontà di creare divisioni tra atenei di serie A e di serie B e tra studenti di serie A e di serie B: le università più prestigiose e più “meritevoli” riceveranno più fondi, mentre le università “normali”, magari del sud Italia, si troveranno a fare i conti con finanziamenti sempre più esigui e carenza di personale docente e tecnico a causa del blocco del turn over, saranno costrette ad aumentare le tasse pur andando in contro ad un inevitabile peggioramento della didattica e dei servizi.

Chi potrà permetterselo andrà in università di serie A e sarà un laureato di serie A, per tutti gli altri non rimarranno che le altre università, quelle di serie B, sempre che possano permettersele; non rimarrà che diventare laureati di serie B, lavoratori di serie B, cittadini di serie B.

P.S. Sembra che, per un errore procedurale, i fondi stanziati dallo Stato e trasferiti alla Regione Molise per il rimborso delle spese dei libri di testo dell’anno scolastico appena trascorso non siano stati iscritti nel Bilancio Regionale. Chissà se la Giunta Regionale porrà rimedio a questa mancanza? Oppure le famiglie dei 7.026 aventi diritto verranno ancora una volta abbandonate a loro stesse?