CasaPound, ovvero dello scegliere da che parte stare

E’ di qualche giorno fa la notizia dei dieci arresti nei confronti di altrettanti esponenti di CasaPound Napoli: due sono in galera, Giuseppe Savuto ed Enrico Tarantino (quest’ultimo, la cui posizione è più grave, è stato immediatamente scaricato dall’associazione nazionale), mentre altri, tra cui Emmanuela Florino, figlia di un ex senatore di Alleanza Nazionale, sono agli arresti domiciliari. Leggi tutto “CasaPound, ovvero dello scegliere da che parte stare”

“Poveri africani” o rifugiati? Come un problema politico diventa questione umanitaria

IMG_1554Le proteste dei richiedenti asilo fuggiti all’inizio del 2011 dal Nord Africa, e in special modo dalla Libia in guerra, sono esplose nei mesi scorsi un po’ in tutta Italia*. Mercoledì scorso, anche i richiedenti asilo che vivono da più di un anno in vari paesi del Molise, della cui situazione abbiamo scritto più volte, hanno manifestato davanti alla Prefettura di Campobasso.

È imbarazzante il modo in cui ieri la stampa molisana ha trattato della questione**. Tanto per cominciare, i titoli e gli articoli parlano di “immigrati” o di “extracomunitari”: anche volendo trascurare il fatto che “extracomunitario” è un termine discriminatorio (i giornali parlerebbero mai di “extracomunitario” in riferimento ad un cittadino statunitense? Eppure “extracomunitario” vuol dire letteralmente “cittadino di un paese fuori dalla comunità europea”), i giornalisti sono male informati, perché chi ha manifestato sono più propriamente dei richiedenti asilo. Leggi tutto ““Poveri africani” o rifugiati? Come un problema politico diventa questione umanitaria”

ISERNIA, IN NOME DEL POPOLO ITALIANO, CONDANNA PENALE PER SETTE ANTIFASCISTI

di Marinella Ciamarra

Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Isernia, dietro richiesta del Pubblico Mnistero, emette in questi giorni un decreto penale di condanna nei confronti di sette molisani colpevoli di “aver raggiunto Via Graziani in prossimità del Palazzo della provincia di Isernia, ed aver gridato slogan del tipo “Il Molise è antifascista” ed intonando la canzone “Bella Ciao”. Proprio così si legge nel decreto emesso dal Tribunale di Isernia. Con tanto di intestazione: “In nome del popolo italiano”. Leggi tutto “ISERNIA, IN NOME DEL POPOLO ITALIANO, CONDANNA PENALE PER SETTE ANTIFASCISTI”

Inserimenti lavorativi: la Salute Mentale a supporto delle istituzioni

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un comunicato della Rete Salute Mentale Campobasso  

 Un comparto socio – sanitario che sia modellato non solo su direttive statali, ma anche e soprattutto sulle proposte e le istanze provenienti dalla base, all’insegna di trasparenza e partecipazione. Questo il senso degli incontri svoltisi presso il Centro di Salute Mentale di Campobasso al fine di fornire linee guida di supporto ai dispositivi in via di determinazione a cura della Regione Molise. Leggi tutto “Inserimenti lavorativi: la Salute Mentale a supporto delle istituzioni”

Genova G8. La memoria non si scrive sulla carta bollata.

Domani, 19 luglio 2012, è l’undicesimo anniversario dell’inizio della tre giorni di manifestazioni contro il vertice del G8 a Genova, 19  – 21 luglio 2001. All’epoca, avevo 18 anni.

Il 5 luglio scorso una sentenza della Cassazione ha stabilito la copevolezza di 25 tra funzionarie agenti della polizia che la notte del 21 luglio 2001, a manifestazioni finite, fecero irruzione in una ex scuola in cui dormivano 92 manifestanti italiani e stranieri, facendo 70 feriti, di cui tre gravissimi, e arrestando illegalmente 75 persone, che furono poi torturate nella caserma di Bolzaneto.Alcuni dei condannati perderanno il posto. Nessuno andrà in galera. Centinaia di loro colleghi, ugualmente responsabili di quello e di altri orrori avvenuti durante il G8 di Genova, non passeranno mai dall’aula di un tribunale.

Il 13 luglio, un’altra sentenza ha stabilito che dici manifestanti presi nel mucchio e accusati di atti di violenza contro le cose, in virtù di un articolo mai abrogato del vecchio codice penale fascista, dovranno stare in stare in galera per 10 o 15 anni ciascuno.

Che lo stato di diritto fosse morto e seppellito, l’avevo già capito a Genova, quando avevo appena 18 anni, e poi nei mesi seguenti, con il regime di eccezione, repressione e sorveglianza che si istaurò subito dopo gli attentati dell’11 settembre.

Ora dobbiamo fare di tutto per tirare fuori dalla galera i nostri compangi/e.

Ma guai a delegare alle carte bollate dei tribunali il compito di elaborare e trasmettere la memoria . Avevo in mente questo post da quando ho visto Diaz al cinema.

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Lettera aperta alle ragazze del Duemila

Riceviamo e pubblichiamo il contributo della compagna M. Giuseppina Fusco.

Care ragazze, chi vi scrive è una ragazza del secolo scorso. Avevo  trent’anni quando il Parlamento dopo quello che fu chiamato “l’autunno caldo” approvò norme a protezione delle lavoratrici madri e furono istituiti i nidi comunali. Ne avevo qualcuno in più quando vincemmo il referendum sul divorzio. Ne avevo quaranta quando vincemmo quello sull’aborto. Stavo giusto nel mezzo di quella favolosa età, quando fu approvato il nuovo diritto di famiglia, che tra l’altro riconosceva la patria potestà ad entrambi i genitori e istituiva i consultori familiari. Vigilammo su quanto di competenza locale per l’attuazione delle nuove leggi. Le leggi, noi donne lo sapevamo, sono come le idee: per camminare hanno bisogno delle gambe delle persone che ci credono. In quegli stessi anni, dopo l’orrore dei delitti del Circeo, affrontammo il tema della violenza sessuale, della necessità di una legge che punisse la violenza non come offesa alla “morale”, ma come offesa alla “persona”.

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Tre due (tante) Unimol

Tra riconoscimenti e onoreficenze la gestione di Giovanni Cannata – in carica dal 1995 – è salita agli onori della cronaca nazionale non tanto per la qualità del lavoro svolto ma soprattutto per la prolungata proroga, come se questa fosse garanzia di tipicità locale. Autodefinitosi monarca di un ateneo che punta a fornire “servizi formativi di fascia alta alla popolazione studentesca regionale ed extraregionale”, il Magnifico Accentratore ama ricevere nel suo studio tanti politici e pochi, pochissimi, studenti . Gli stessi 292 professori sono alle prese con un dilemma di coscienza dal risultato comunque scontato, votarlo o non votare, visto che l’aspirazione alla massima carica appartiene solo a Lui; la spiccata predilezione per le vittorie stimola la fantasia di quelli che gli prospettano una candidatura per una nuova e ambitissima poltrona, stavolta a Montecitorio.

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“Tutta Colpa di Robben”, Nicola Tanno si racconta

Siamo lieti di invitare i milioni di nostri lettori e di nostre lettrici alla presentazione del libro di Nicola Tanno “Tutta Colpa di Robben” che si svolgerà a Campobasso Martedì 29 Maggio nella sala dell’incubatore sociale (Bar Morelia) in via Monsignor Bologna 15 alle ore 18:00.

Johannesburg, 11 luglio 2010: Arjen Robben, giocatore della nazionale olandese, sbaglia un gol regalando il Mondiale di calcio alla Spagna. A 7977 km di distanza, a Barcellona, esplode l’ euforia per la vittoria. Nicola, residente da poco in città, scende in strada per vedere i festeggiamenti, ma un poliziotto lo colpisce con un proiettile di gomma causandogli la perdita di un occhio. Comincia così un’ intensa lotta con l’ obiettivo di arrivare alla proibizione di quest’ arma e di ottenere giustizia. Combinando calcio, politica e social network, Nicola Tanno ci spiega in prima persona come un drammatico avvenimento dettato dal caso si possa trasformare in uno strumento di crescita personale e collettiva.
La prefazione è a cura di Tonio Dell’Olio.

Nicola Tanno (Campobasso, 1986) ha studiato Scienze politiche all’università “Sapienza” di Roma e Gestione dell’ immigrazione all’ università “Pompeu Fabra” di Barcellona. Scrive per Il Corsaro.info occupandosi prevalentemente di esteri. Ha militato nei movimenti studenteschi romani. È stato dirigente nazionale dell’Unione degli Universitari e tra i fondatori di Link-Coordinamento Universitario. Vive a Barcellona, dove ha fondato l’ associazione Stop Bales de Goma, che unisce le vittime dei proiettili di gomma sparati dalla polizia catalana.

Lo strano caso del Registro Tumori

Nell’Italia della spettacolarizzazione della vita anche la morte deve essere un evento. Spettacolari sono i servizi dedicati ai funerali di Stato dei soldati italiani che con cadenza costante muoiono in guerra, spettacolari sono stati i funerali delle vittime del terremoto a  L’Aquila, spettacolari sono stati i funerali del papa nel 2002. E quanto più sono enfatizzati  questi eventi tanto più vengono rese normali, accettabili, inevitabili, le morti sul lavoro, le morti  sulla strada, le morti per tumori.

Questi morti non meritano le prime pagine dei giornali, non meritano i servizi strappalacrime dei telegiornali, non meritano la nostra attenzione. Ed è proprio per questo che dobbiamo parlarne.

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