Documento politico sulla situazione degli spazi di aggregazione giovanile

Riceviamo e pubblichiamo dall’Unione degli Studenti Molise un documento politico che tratteggia la drammatica situazione della mancanza di spazi di aggregazione giovanile a Campobasso. Il documento, però, non si limita ad un’attenta analisi della realtà ma rilancia attraverso il progetto SkoSSa:

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Due parole sul caso eolico ad Altilia

Una recente sentenza del Consiglio di Stato ridà il via alla realizzazione di un impianto costituito da 16 pale eoliche nelle vicinanze della città romana di Altilia. Molte voci si levano in difesa del paesaggio circostante la zona archeologica. La Rete dei comitati e delle associazioni contro l’eolico selvaggio si è appellata al Ministro dei Beni Culturali Galan perché il Governo o il Parlamento intervengano per bloccare il progetto.

Qui di seguito qualche riflessione su quanto sta accadendo – naturalmente aperta a qualsiasi commento, critica e ulteriore riflessione di chi avesse voglia di discuterne sul nostro blog.

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BLU non si tocca! (e non si spiega…)

[Nell’ambito della manifestazione “Draw the line – Street Festival”, promossa dall’associazione Malatesta, il writers di fama internazionale BLU ha regalato alla città un suo pezzo, chiaramente antimilitarista, che mostra la testa di un ragazzo progressivamente rasato a zero, privato del cervello e infine fornito di elmetto.

L’amministrazione comunale, su proposta del consigliere PdL Salvatore Colagiovanni, ha inizialmente deciso di cancellarlo (offensivo? incomprensibile?); poi, di fronte alle crescenti proteste, avrebbe fatto parziale dietro-front, dichiarando che si limiterà a spiegare  “il significato dell’artista” (cit.). Di seguito, la nostra opinione sul tema]

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Aggressione neofascista a Bari 06/20/11

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato riguardo un avvenimento sconcertante e riprovevole, per l’ennesima volta è emerso il viscidume putrido dell’estrema destra.
Siamo indignati per i numerosi atti di violenza che i fascisti stanno compiendo e hanno compiuto periodicamente da quando la storia li ha concepiti: dal pestaggio di omosessuali, di stranieri e di compagn* all’intimidazione vigliacca e machista del 20 contro 1.
Siamo indignati perché nel nostro Molise il fascismo, e l’atteggiamento fascista in sé, striscia sotto il silenzio complice della società civile, troppe volte ci siamo dovut* sentir dire: “Se non rispetti la loro idea sei tu il fascista..” e frasi di questo genere che non fanno altro che legittimare il sangue che “i fascisti del terzo millennio” stanno spargendo qua e là per l’Italia. 

ORA E SEMPRE, RESISTENZA!

Di seguito il comunicato

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Spiegare le vele per raccogliere il vento del cambiamento!

di Paolo Di Lella

Uno degli articoli più interessanti che ho avuto occasione di leggere negli ultimi tempi  è quello di Pietro Colagiovanni apparso sul Settimanale del Molise il 19 Giugno e intitolato “Il dopo referendum: Iorio, Vitagliano e la politica di fiore in fiore”. Nell’articolo si pone l’attenzione sulla strategia da anni coltivata, e ora finalmente posta in essere in maniera palese, dall’assessore regionale alla programmazione Gianfranco Vitagliano. Deve essere veramente una scuola eccellente quella in cui è cresciuto il nostro assessore (quella di Girolamo Lapenna) perché quanto meno gli ha insegnato l’arte di fare politica compiacendo i rapporti di forza reali che via via si determinano nel complesso campo dell’economia, e pazienza se questi si dimostrino antipopolari e nefasti per l’ambiente. Colagiovanni sostiene chiaramente la tesi secondo la quale i poteri forti dell’economia regionale si stiano adoperando per una transizione indolore dall’oramai compromesso sistema iorista ad un nuovo governo di stampo confindustriale, che rappresenti apparentemente un novum ma che di fatto costituisca un esperimento di cogestione amministrativa.

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Il CIE di Santa Maria Capua Vetere si incendia di rabbia

6 Giugno: rivolta nel C.I.E. di Santa Maria Capua Vetere

 

Si può arrivare al punto in cui piangere la morte del proprio fratello può essere un atto di destabilizzazione così forte da provocare una repressione violenta. Quando ci vantiamo dell’avanzamento della nostra democrazia (e lo facciamo spesso, come tutti i bravi occidentali, preoccupati dell’impatto dei barbari nel salotto buono della comunità mondiale…) dimentichiamo episodi che non segnano semplicemente la fine dello stato di diritto, né stanno a significare un’eccezione, un’imperfezione del sistema; dimentichiamo episodi che sono la regola e la costituzione stessa del sistema di cose in cui viviamo, e hanno a che fare con l’esclusione, l’emarginazione, il razzismo, il fascismo sotto tutte le sue forme… o meglio, nella sua forma eminente: la negazione perenne e sistematica dei diritti. Uno di questi aspetti, o episodi, è quello rappresentato dai C.I.E. e dalle rivolte che sono ormai quasi all’ordine del giorno. Leggi tutto “Il CIE di Santa Maria Capua Vetere si incendia di rabbia”

CONTRO IL LAVORO GRATUITO, again

Ho già scritto in passato su questo blog di stage, tirocini e tutte le altre merdate che hanno inventato per farci lavorare gratis.

Dell’impatto che questo ha nel peggiorare le condizioni di lavoro di tutti e tutte.

Della nostra sconcertante incapacità di rendercene conto.

In quel post la domanda che mi angosciava era soprattutto “come abbiamo fatto a diventare così”, per cui mi sono lasciata andare a un pippone di svariate pagine su come la nostra generazione, fin dalle scuole medie, sia stata addestrata a pensare che se lavori, sei tu che devi dire grazie a chi ti fa lavorare piuttosto che il contrario.

Sono quasi certa che nessuno sia arrivato in fondo a leggere quel post chilometrico (e ha fatto male, sia chiaro: i miei ricordi del liceo, tra l’altro, sono molto interessanti).

Comunque, se oggi voglio dare una rinfrescatina all’argomento, è perché sono molto molto molto incazzata. Leggi tutto “CONTRO IL LAVORO GRATUITO, again”

Solidarietà a Michele Mignogna

Stamattina è occorso un fatto di inaudita gravità. Il giornalista Michele Mignogna, autore di numerose inchieste sull’infiltrazione mafiosa nella nostra regione, ha subito l’ennesima intimidazione da parte della mafia. Davanti alla propria porta di casa, Michele ha trovato un pacco contenente una testa di capretto mozzata.

Non è la prima volta che le organizzazioni malavitose “avvertono” il nostro coraggioso giornalista, e questo è il segno che le sue inchieste colpiscono direttamente, pervicacemente e decisivamente gli interessi delle cosche.

Da parte nostra, ciò che possiamo dire, è che Michele Mignogna è per noi un modello a cui ci ispiriamo per il nostro lavoro di blogger. Continueremo, seguendo il suo esempio, ad impegnarci nell’indagare tutti quei fenomeni che ineriscono all’inquinamento del nostro ambiente, naturale e sociale.Vogliamo invitare tutti i cittadini, compresi i più giovani a interessarsi con il massimo impegno a queste dinamiche. E a denunciare, denunciare e denunciare… perché questo è il modo più efficace per liberare le popolazioni dalla gestione criminale degli affari pubblici e privati. Vogliamo, inoltre, che gli autori di questo avvertimento mafioso sappiano, che se vogliono colpire Michele devono colpire tutti noi, perché oggi più che mai siamo tutti Michele Mignogna.

La Redazione.

 

I tavoli del centrosinistra e il silenzio sul Cosib

riceviamo e pubblichiamo l’appello redatto da un centro di studi politici formato da ragazzi e ragazze che vogliono liberare il Molise dalle tenaglie di una classe politica irresponsabile e anti-popolare.

APPELLO AI GIOVANI

Eccoli seduti attorno ad un tavolo,  vecchi arnesi della politica e giovani aspiranti a ripercorrerne le orme: lo stesso tavolo di tre mesi fa, quello attorno a cui hanno consumato il primo delitto: regalare la provincia – ultima istituzione rimasta nelle mani del centrosinistra –  al centrodestra, e lo hanno fatto in più modi:

  • distruggendo la possibilità di costruire l’unità stessa del centrosinistra,passando sotto un silenzio di piombo l’esperienza della amministrazione uscente, evitando di far conoscere e portare alla discussione politica la natura reale del conflitto tra l’amministrazione provinciale uscente – nel cui merito per altro non vogliamo entrare – e la restante parte del centrosinistra.
  • utilizzando il tema delle primarie più volte fissate ma mai organizzate come uno specchietto per le allodole utile a mantenere calmi quelli che si erano impegnati per realizzarle, far passare il tempo e renderle ormai non più praticabili, nonostante la mobilitazione popolare che le aveva chieste a gran voce.

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