Lo strano caso del Registro Tumori

Nell’Italia della spettacolarizzazione della vita anche la morte deve essere un evento. Spettacolari sono i servizi dedicati ai funerali di Stato dei soldati italiani che con cadenza costante muoiono in guerra, spettacolari sono stati i funerali delle vittime del terremoto a  L’Aquila, spettacolari sono stati i funerali del papa nel 2002. E quanto più sono enfatizzati  questi eventi tanto più vengono rese normali, accettabili, inevitabili, le morti sul lavoro, le morti  sulla strada, le morti per tumori.

Questi morti non meritano le prime pagine dei giornali, non meritano i servizi strappalacrime dei telegiornali, non meritano la nostra attenzione. Ed è proprio per questo che dobbiamo parlarne.

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Bibliomediateca: come è andata a finire? Note sul rapporto difficile tra cultura e amministrazione comunale

La Bibliomediateca non è stata chiusa, e il servizio è stato affidato di nuovo alla cooperativa Altrimedia, che in questi otto anni l’ha costruita e l’ha resa uno dei principali poli culturali della città, con soli 80.000 euro all’anno. Tutto questo è stato possibile solo grazie alla determinazione dei soci e alla mobilitazione civile a difesa di uno spazio importante, e di questo siamo contenti, ma purtroppo si tratta di una vittoria a metà, che lascia molte ombre sul futuro dell’istituzione e in generale sulle politiche culturali e sociali nella nostra città. Vediamo perchè. Leggi tutto “Bibliomediateca: come è andata a finire? Note sul rapporto difficile tra cultura e amministrazione comunale”

Una battaglia vincente (Ma solo a patto che sia popolare e territoriale)

 

di Maria Giuseppina Fusco*

Il tema del diritto alla salute può essere affrontato da tanti punti di vista: il nostro è semplicemente quello dei cittadini, che la salute considerano un “bene comune”, un diritto dell’individuo e un interesse della collettività, da tutelare e da garantire. La miglior tutela ci sembra un efficace sistema sanitario pubblico. Non penseremmo certo a chiudere cliniche e laboratori di analisi gestiti da privati, ma pensiamo che il Costituente nello scrivere “La repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” ipotizzasse un sistema pubblico (e non a caso nello stesso comma dice che la Repubblica “garantisce cure gratuite agli indigenti”). Non dimentichiamo mai che la sanità pubblica, proprio perché è pubblica,  è di tutti i cittadini e deve essere messa in condizione, dai pubblici poteri, di dare risposte valide ed efficaci a tutti i loro bisogni di salute. 

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Camera con vista: appartamenti di lusso a piazza Pepe…

Piazza Pepe va restituita ai pedoni subito, così come ai cittadini va restituita la città. Ai cittadini, non ai costruttori.

Basta fare un giro in macchina – ovviamente – per capire in che misura il territorio della città sia stato letteralmente mangiato dal cemento. Attorno al raccordo per la tangenziale, dove c’è il terminal degli autobus, quella specie di edificio blu completamente abbandonato, spuntano palazzi come funghi dopo una pioggia autunnale. Sembra che un appartamento non si neghi proprio a nessuno. Leggi tutto “Camera con vista: appartamenti di lusso a piazza Pepe…”

Anche nel Molise la crisi è in “carne ed ossa”

di Paolo Di Lella

Spesso sentiamo parlare di crisi come di un fenomeno incomprensibile, una sorta di malattia che affligge il campo oscuro dell’economia. Numeri, percentuali, statistiche, calcoli complicati, etc… Insomma, sembra quasi di trovarsi di fronte a discorsi astratti, a speculazioni intellettuali. In questo senso, i mezzi di confusione di massa, soprattutto la televisione, non ci aiutano molto. Le trasmissioni dedicate ad analisi e approfondimenti su questi temi sono impostate sul confronto tra esponenti politici di opposti schieramenti che si accavallano l’uno all’altro, scontrandosi su tutto, finanche sui numeri oggettivi. I telegiornali parlano di contrazione dei consumi, di spread oltre i 500 punti, di Sarkozy e della Merkel che tramano contro i PIGS, poi tornano a parlare di vacanze, di settimane bianche, di gustosissime ricette culinarie, di diete e di moda come se nulla fosse…

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Risposta al sindaco di Campobasso sull’affaire Bibliomediateca

La Gazzetta del Molise del 5 Gennaio 2012 pubblica, a pagina 10 un articolo sulla questione della Bibliomediateca, citando l’appello contro l’internalizzazione dell’Unione degli Studenti e una breve risposta del Sindaco di Campobasso. È su quest’ultima che vorremmo concentrarci.

Il Sindaco esordisce dicendo che tre anni di gestione della Bibliomediateca sono costati 300.000 euro lordi, cioè 100.000 euro lordi all’anno, circa. Il dato è errato, dal momento che dalla relazione tecnica d’accompagnamento alla delibera risulta che la spesa annuale per la gestione della Biblioteca ammonta a 80.500 euro. Tralasciando il fatto che il solo concerto dei Pooh del 26 Giugno scorso è costato all’Amministrazione 96.000 euro e che tutta la manifestazione del Corpus Domini è costata 115000 euro, prendiamo dal sito di Altrimedia la relazione di 8 anni di attività, e vediamo i dati relativi all’attività degli ultimi 3 anni. Leggi tutto “Risposta al sindaco di Campobasso sull’affaire Bibliomediateca”

Storia di ordinaria emergenza

Emergenza, emergenza, emergenza! Pubblichiamo di seguito un resoconto della cosiddetta emergenza immigrazione che ha visto protagonista anche la nostra regione. Non possiamo però esimerci dal fare alcune valutazioni. Ancora una volta la logica emergenziale propone esperimenti politici di controllo che si appoggiano sulla sospensione delle regole democratiche. Non solo, ma in nome dell’emergenza vengono creati mostri giuridici e istituzionali che applicano un vero e proprio controllo totale sui corpi e – perché no – sulle menti di soggetti che vengono classificati come soggetti da reprimere. L’emergenza, ormai, diventa l’unica regola e si attesta come fonte stessa di diritto. Un diritto distorto, forse distopico, che permette repressione ed esclusione indiscriminata. Leggi tutto “Storia di ordinaria emergenza”

Non esistono più i fascisti di una volta!


Eh sì, care lettrici e cari lettori, un po’ come la primavera e l’autunno anche i vecchi fascisti sembrano spariti: vedete forse in giro svastiche, celtiche, fasci littori? Conoscete qualche organizzazione che rivendica orgogliosamente il proprio attaccamento al glorioso Ventennio? Macchè, niente. Ci speravamo, con CasaPound, ma loro insistono con questa strana idea di geometria non euclidea e dicono di essere di EstremoCentroAlto (stiamo ancora con gli occhi puntati al cielo per vedere se avvistiamo Iannone): certo, la bandiera di Blocco Studentesco ripropone il simbolo del British National Party degli anni ’30, ma chi può cogliere queste finezze? Ogni tanto si salutano dicendosi “Eja!” però non arrivano ad “Alalà” e uno può pure pensare che in realtà si vogliano dire “e jà”, in molisano, e che sbaglino a scrivere (possibilissimo: i linguisti stanno ancora studiando questo video: http://www.youtube.com/watch?v=24K5c-uksFw per capire che lingua parla l’esponente di CasaPound Bari).

Insomma, amiche e amici, abbiamo difficoltà a riconoscerli: la verità però non è che non esistono più, ma che si nascondono, si camuffano. Leggi tutto “Non esistono più i fascisti di una volta!”

Il limbo dei richiedenti asilo

In questo caldo agosto molisano, tra sagre e feste di paese, capita talvolta di imbattersi in una serata in cui, accanto alla pizza di grandinio, si mangia pure il cous cous, al suono di percussioni africane – di questa inconsueta serata, e delle sue contraddizioni, avevamo parlato in un precedente post: http://tratturi.noblogs.org/2011/08/08/pizza-di-grandinio-spaghetti-di-riso-e-cous-cous ) Già, perché insieme agli americani di ritorno per qualche settimana al paese natio, in Molise puoi trovare quest’anno anche qualche africano non proprio in viaggio di piacere, bensì fuggito da un paese in guerra, la Libia.

Fuggiti da quella guerra alla quale anche il nostro paese partecipa, in barba all’articolo 11 della Costituzione (con il beneplacito del suo garante, Napolitano) e per fini economici, molto meno alti e nobili di quelli ufficialmente dichiarati. L’Italia tra l’altro torna per la seconda volta in Libia, senza mai aver fatto i conti con il proprio passato coloniale, completamente rimosso dalle nostre coscienze e dai libri di storia.

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