Il limbo dei richiedenti asilo

In questo caldo agosto molisano, tra sagre e feste di paese, capita talvolta di imbattersi in una serata in cui, accanto alla pizza di grandinio, si mangia pure il cous cous, al suono di percussioni africane – di questa inconsueta serata, e delle sue contraddizioni, avevamo parlato in un precedente post: http://tratturi.noblogs.org/2011/08/08/pizza-di-grandinio-spaghetti-di-riso-e-cous-cous ) Già, perché insieme agli americani di ritorno per qualche settimana al paese natio, in Molise puoi trovare quest’anno anche qualche africano non proprio in viaggio di piacere, bensì fuggito da un paese in guerra, la Libia.

Fuggiti da quella guerra alla quale anche il nostro paese partecipa, in barba all’articolo 11 della Costituzione (con il beneplacito del suo garante, Napolitano) e per fini economici, molto meno alti e nobili di quelli ufficialmente dichiarati. L’Italia tra l’altro torna per la seconda volta in Libia, senza mai aver fatto i conti con il proprio passato coloniale, completamente rimosso dalle nostre coscienze e dai libri di storia.

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Tratturi meets the migrants – Tratturi rencontre les immigré(e)s – Tratturi incontra i migranti

Yesterday some “Tratturi” editors (Alessia, Laura, Pietro and Manuel) went to the hotel “Le Cupolette” in Vinchiaturo to meet the migrants that have been living there for about 3 months. They were all living in Libia when the war began. They are still waiting for Italian authorities to meet their requests to get the refugee status.

We participated in their daily Italian lesson, held by Chiara Zappone, and we talked with them about the difficult situation they are facing. They don’t know whether or not their refugee status will be recognized by Italian government, they dont’ know how long they will have to wait for an aswer, and Italian law forbids them to have a job in the meanwhile. We also talked about their hopes, their projects, their rights. (Our conversation took palce in English, France, Italian and Arabic. Interpeter Jaouad Daoudi helped us translating each other).

We would like to say “thank you” to all of them for their kind hospitality and for collaborationg with us. We are going to publish soon a large inquiry about the situation of refugees in Molise. Stay tuned.

Hier quelques rédacteurs et rédactrices de Tratturi ont été à Vinchiaturo à l’hotel Le Cupolette pour rencontrer les 28 immigré(e)s qu’y habitent depuis quelques mois. Ils se sont enfuis de la Libie et maintenant ils sont en attente d’une réponse à leur demande du “status di rifugiati”.

Nous avons participé au cours d’italien tenu par Chiara Zappone; grace à l’aide indispensable de l’interprète Jaouad Daoudi nous avons parlé avec les immigré(e)s de leurs situation difficile (selon la loi italienne ils ne peuvent pas travailler, ils ne savent pas s’ils obtiendront ou pas leur permis et quand, donc ils vivent dans l’attente), de la lenteur et du manque d’efficience des bureaux d’immigration italiens. Nous avons parlé aussi de leurs espoirs et projets, de leurs droits.

Nous les remercions toutes et tous pour l’accueil et pour la collaboration. Bientot nous allons publier une enquete sur les migrants en Molise. Restez connectés!

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Pizza di grandinio, spaghetti di riso e cous cous

Reduci da un’estenuante riunione di redazione (perché quando ci ritroviamo tutti sul posto per le vacanze ne approfittiamo per sviscerare le questioni accumulate in mesi di comunicazioni elettroniche), non paghi, alcuni eroici redattori e alcune instancabili redattrici di tratturi si sono recate ieri sera a Ripalimosani per la “Giornata della multicultura” , un’iniziativa organizzata dall’amministrazione comunale insieme all’associazione interculturale “Primo marzo”.

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Il CIE di Santa Maria Capua Vetere si incendia di rabbia

6 Giugno: rivolta nel C.I.E. di Santa Maria Capua Vetere

 

Si può arrivare al punto in cui piangere la morte del proprio fratello può essere un atto di destabilizzazione così forte da provocare una repressione violenta. Quando ci vantiamo dell’avanzamento della nostra democrazia (e lo facciamo spesso, come tutti i bravi occidentali, preoccupati dell’impatto dei barbari nel salotto buono della comunità mondiale…) dimentichiamo episodi che non segnano semplicemente la fine dello stato di diritto, né stanno a significare un’eccezione, un’imperfezione del sistema; dimentichiamo episodi che sono la regola e la costituzione stessa del sistema di cose in cui viviamo, e hanno a che fare con l’esclusione, l’emarginazione, il razzismo, il fascismo sotto tutte le sue forme… o meglio, nella sua forma eminente: la negazione perenne e sistematica dei diritti. Uno di questi aspetti, o episodi, è quello rappresentato dai C.I.E. e dalle rivolte che sono ormai quasi all’ordine del giorno. Leggi tutto “Il CIE di Santa Maria Capua Vetere si incendia di rabbia”

Fuga dai Lager

Postiamo un breve video. Si tratta di un’intervista a due giovani tunisini scappati dal C.I.E. di Santa Maria Capua Vetere, la caserma “Andolfato”, dove sono rinchiusi molti migranti deportati da Lampedusa.

Fuga da un lager chiamato C.I.E.

I C.I.E. sono lager e vanno chiusi!

Non esiste nessun rispetto di ogni fondamentale diritto, non esistono cure mediche, né accettabili condizioni sanitarie.

Presidio al C.I.E. di Campochiaro – Report

“Pour les sans-papier,

sans logement,

sans travail,

sans droits,

sans égalité liberté fraternité”

Compagnie jolie môme

 

(Per i clandestini, senza alloggio, senza lavoro, senza diritti, senza uguaglianza libertà fratellanza)

 

Campochiaro, 9/4/2011–  Al presidio di solidarietà indetto dalla CGIL per i migranti trasferiti da Lampedusa ci sono una quarantina di persone, alcune in rappresentanza di associazioni quali “Primo marzo” e “Libera”.

Quaranta persone venute per mostrare il Molise che accoglie e per vedere di persona le condizioni in cui i migranti si trovano a vivere qui a Campochiaro da martedì 5 aprile. Leggi tutto “Presidio al C.I.E. di Campochiaro – Report”

cronache dal nuovo mostro giuridico italiano: il CAI

nella ex caserma di santa maria capua vetere continua la detenzione dei migranti e delle migranti magrebin*!

sono scaduti da tempo i termini dei fermi di polizia, a queste persone non viene contestato nessun reato, eppure continuano ad essere detenuti nell’ennesimo prodotto dello “stato di eccezione”, ormai sempre più normale, che sospende ogni minima garanzia di diritti civili: il CAI, centro di accoglienza ed espulsione. L’ossimoro è troppo visibile per essere menzionato.

La notte fra il 10 e l’11 aprile, in seguito a dei tentativi di evasione, ci sono stati selvaggi pestaggi da parte delle forze di polizia. Agli avvocati che si sono mobilitati non è stato nemmeno permesso di accedere all’ospedale per visionare i referti medici dei migranti ricoverati.

Le realtà anti-razziste di Napoli e Caserta hanno indetto un presidio presso l’ex-caserma di Santa Maria Capua Vetere per il

14 APRILE ALLE ORE 11.

Contro la militarizzazione del territorio, cittadinanza per tutt*

Clandestino: de prisa de prisa! La tendopoli a Campochiaro, le stragi dell’Occidente

Il mediterraneo è anche qui: in una regione adriatica, pochi chilometri di costa, tante montagne, tanto cemento. Da Lampedusa sono arrivati 250 migranti, che sono stati “sistemati” in una tendopoli allestita nei pressi di Campochiaro. La tendopoli verrà gestita dalla protezione civile e dai vigili del fuoco, nonché dalla associazione umanitaria “connecting people”.

Tutto procede per il meglio. Anche l’associazione “connecting people” esprime soddisfazione dalle colonne del suo sito ufficiale  per la direzione presa dal governo e per la decisione di concedere permessi di soggiorno provvisori ai migranti. Peccato, però, che le tende blu, che abbiamo imparato a conoscere fin dai tempi del terremoto all’Aquila, richiamino alla mente più la militarizzazione del territorio che l’accoglienza; allo stesso tempo le reti, i cancelli, i lunghi e alti muri, sembrano farci pensare alla detenzione forzata, piuttosto che alla libertà di movimento e di circolazione. Leggi tutto “Clandestino: de prisa de prisa! La tendopoli a Campochiaro, le stragi dell’Occidente”

Immigrati, per favore, non lasciatemi sola con i Castropignanesi

Un pezzo al volo sulla scia del primo marzo, in attesa dell’inchiesta sui migranti di Campobasso che stiamo preparando…

 

Il mio paese, Castropignano, conta 1045 abitanti. Ma è un dato falso, perché di quei mille, molti hanno conservato la residenza in paese ma vivono fuori.

Quest’anno sono nati 6 bambini/e (è un record) e sono morte 16 persone. Almeno la metà delle case del paese sono vuote.

La scuola rischia di chiudere.

 

 

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